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mercoledì, 22 Gennaio, 2025
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Migranti e decreto Paesi sicuri, la Cassazione conferma la decisione dei giudici: la sentenza

Il 19 dicembre, la Corte di Cassazione ha stabilito che la decisione riguardo ai Paesi sicuri per i migranti spetta al giudice, confermando la sentenza del Tribunale di Roma. La Suprema Corte ha risposto a una questione sollevata dal Tribunale di Roma il 1° luglio 2024, ribadendo che il giudice ordinario ha il compito di garantire l’effettività dei diritti fondamentali dei richiedenti asilo. Inoltre, ha dichiarato che la scelta politica di designare i Paesi di origine come sicuri è riservata al circuito democratico della rappresentanza popolare e deve conformarsi alle normative europee.

Il giudice non può sostituirsi al Ministro degli affari esteri, né annullare un decreto ministeriale con effetti generali. Tuttavia, può valutare, nel contesto normativo precedente a determinati decreti e leggi, se la designazione dei Paesi sicuri da parte dell’autorità governativa rispetta i criteri stabiliti dalle norme europee e nazionali, e può decidere di disapplicare incidentalmente il decreto ministeriale in caso di contrasto evidente.

Inoltre, la Corte sottolinea che il giudice ha il potere di esaminare le circostanze specifiche in cui il richiedente si trova, laddove venga adeguatamente dimostrata l’insicurezza. In tal caso, la valutazione del governo circa la sicurezza del Paese di origine non è determinante, evitando la necessità di una disapplicazione del decreto ministeriale.

La sentenza rappresenta un passo importante nella tutela dei diritti dei migranti e nel riconoscimento del ruolo del giudice come custode della giustizia e dell’effettività dei diritti fondamentali. Attraverso questa decisione, la Corte di Cassazione rafforza l’idea che il sistema giuridico deve garantire che le valutazioni sulle condizioni di sicurezza nei Paesi di origine dei richiedenti asilo non debbano essere considerate in modo univoco, ma debbano tenere conto delle circostanze personali e delle effettive condizioni di rischio. Questa pronuncia evidenzia, quindi, la necessità di un approccio equilibrato e giuridicamente valido nella gestione delle domande di asilo, assicurando un maggiore rispetto dei diritti dei richiedenti.

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