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sabato, 7 Dicembre, 2024
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Metastasi cerebrali, identificato un meccanismo che aiuta a svilupparle

Nell’ambito del progetto di ricerca europeo RISEBrain, è stato identificato un meccanismo che gioca un ruolo significativo nello sviluppo delle metastasi cerebrali, contribuendo anche alla definizione di potenziali bersagli terapeutici. Questo studio, pubblicato sulla rivista “Cancer Discovery”, ha coinvolto ricercatori della Città della Salute e dell’Università di Torino.

Le metastasi cerebrali rappresentano una problematica complessa nel contesto oncologico, especialmente comuni in alcuni tumori come il cancro al polmone, dove colpiscono fino al 30% dei pazienti. Queste metastasi sono spesso associate a un decorso aggressivo, nonostante l’applicazione di trattamenti combinati come chirurgia, radioterapia e terapie farmacologiche.

L’immunoterapia ha recentemente rivoluzionato il panorama delle terapie oncologiche, migliorando la prognosi dei pazienti anche nelle fasi avanzate della malattia. Tuttavia, i risultati per i pazienti con metastasi cerebrali sono variabili e imprevedibili, date le complessità del sistema nervoso. L’immunoterapia mira a preparare il sistema immunitario a riconoscere e combattere le cellule tumorali, ma le strategie di evasione delle cellule cancerose possono minare la sua efficacia.

Il progetto RISEBrain ha identificato un nuovo meccanismo che coinvolge gli astrociti, particolari cellule cerebrali che inibiscono la risposta immunitaria contro le metastasi, facilitandone lo sviluppo. È stata anche identificata la proteina TIMP1 come un elemento cruciale in questa interazione. Grazie a modelli derivati da campioni di metastasi cerebrali di pazienti, in particolare con tumori di origine polmonare e mammaria, è emerso che il legame di TIMP1 con i linfociti inibisce la risposta immunitaria, favorendo la crescita delle metastasi.

Le implicazioni di questo studio sono promettenti. TIMP1 potrebbe essere utilizzata per stimare la prognosi dei pazienti con metastasi cerebrali e ottimizzare le scelte terapeutiche. È stato dimostrato che la quantità di TIMP1 può essere misurata nel liquido cerebrospinale tramite un esame poco invasivo, permettendo di identificare pazienti più suscettibili a rispondere ai trattamenti attraverso una biopsia liquida.

Inoltre, il meccanismo identificato potrebbe diventare un bersaglio per nuovi approcci immunoterapici volti a controllare la progressione della malattia. Giovanni La Valle, Direttore generale della Città della Salute di Torino, ha sottolineato l’importanza di questa scoperta per le terapie delle metastasi cerebrali, elogiando i ricercatori coinvolti.

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