Donald Trump non si è ancora insediato alla Casa Bianca, ma l’atmosfera negli Stati Uniti è cambiata, specialmente per le minoranze. Dopo l’annuncio di Meta di interrompere il fact checking su Facebook e Instagram, l’azienda ha deciso di chiudere il programma di inclusione e diversità. Anche Amazon e altre grandi compagnie hanno seguito questa linea, a differenza di Apple, che ha contestato la decisione di Mark Zuckerberg, ritenendo inaccettabile l’abolizione di tali programmi.
Il consiglio di amministrazione di Apple ha deciso di mantenere il programma DEI (diversity, equity, inclusion), che punta a favorire la diversità e l’inclusione all’interno dell’organizzazione, creando un ambiente rispettoso dei diritti di tutti. La richiesta di abolire i programmi DEI è stata proposta da alcuni azionisti, supportata da un think tank conservatore, che sostiene che tali iniziative possano esporre le aziende a potenziali cause legali. Tale preoccupazione deriva da una recente sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti, che afferma che i programmi di diversità nelle ammissioni universitarie violano il 14esimo emendamento della Costituzione, che garantisce a tutti i cittadini un trattamento equo davanti alla legge.
La Corte ha stabilito che le politiche positive di ammissione avrebbero favorito alcuni studenti appartenenti a minoranze, mentre i programmi sono nati proprio per affrontare le disuguaglianze subite dalle minoranze. Tuttavia, Apple ha definito la richiesta di abolizione “non necessaria” e ha ribadito il proprio impegno a creare una cultura di appartenenza.
Le scelte delle grandi aziende della Silicon Valley si differenziano notevolmente. Mentre Meta, Amazon e Microsoft hanno deciso di annullare i loro programmi e team dedicati a inclusione e diversità, Apple ha mantenuto la propria posizione. L’uscita di Meta ha suscitato reazioni forti, tra cui quelle del presidente Joe Biden, che ha definito la scelta “vergognosa”. La situazione attuale riflette un cambiamento percepito nel panorama aziendale, collegato a sviluppi politici e sociali più ampi, in particolare nei confronti delle minoranze e delle politiche pubbliche.