WhatsApp, con circa 3 miliardi di utenti globali, è rinomata per le sue funzionalità di privacy, tra cui la crittografia end-to-end che protegge i messaggi da accessi non autorizzati. Tuttavia, l’introduzione di Meta AI ha suscitato preoccupazioni tra gli utenti riguardo alla potenziale compromissione della loro privacy.
Le novità proposte, come la generazione automatica di riassunti delle conversazioni e assistenza nella scrittura delle risposte, comportano l’elaborazione dei dati su server esterni, contrariamente alla crittografia applicata ai messaggi normali. Questo trasferimento di dati a server di proprietà di Meta potrebbe esporre le informazioni a rischi di sicurezza.
Per affrontare queste problematiche, Meta ha introdotto il sistema “Private Processing”, concepito per mantenere la privacy dei dati su WhatsApp durante l’uso delle funzionalità AI. Questo sistema intende garantire che né Meta né WhatsApp possano accedere ai contenuti sensibili durante il processo di elaborazione, mediante tecniche avanzate di crittografia e gestione delle chiavi.
Tuttavia, esperti avvertono che l’invio di dati verso server esterni continua a comportare rischi, poiché queste informazioni oltrepassano la protezione della crittografia end-to-end. Meta dovrà dunque armonizzare le innovazioni in ambito AI con le esigenze di privacy degli utenti, cercando un compromesso efficace.
Attualmente, gli utenti possono scegliere di disabilitare le funzionalità AI attraverso il controllo “Advanced Chat Privacy”. In prospettiva, sarebbe vantaggioso implementare un sistema on-device che richiederebbe hardware specifiche, di fatto non accessibile a tutti gli smartphone. Gli utenti sono quindi invitati a informarsi attentamente sulle funzionalità AI e sull’uso delle loro informazioni personali.
Elaborazione AI: StraNotizie.it
Fonte: tecnologia.libero.it
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