Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, ha recentemente affrontato il tema del dossieraggio nel corso di un’intervista con Bruno Vespa per il suo libro “Hitler e Mussolini. L’idillio fatale che sconvolse l’Europa”. Meloni ha sottolineato che le inchieste hanno rivelato che il dossieraggio su di lei è iniziato alla fine del governo Draghi, quando si presumeva che potesse assumere la guida del governo. “Mi aspetto che la magistratura indaghi a fondo, poiché questo potrebbe essere un caso di ricatto o, nel peggiore dei casi, un reato di eversione,” ha affermato Meloni. Ha poi evidenziato che nessuno Stato di diritto può tollerare simili pratiche.
La presidente ha anche commentato un episodio riguardante un dipendente di Intesa Sanpaolo, accusato di aver spiato i conti bancari di vari personaggi pubblici, compresa sua sorella Arianna. Meloni ha raccontato come sua sorella le abbia inviato un estratto conto che mostrava solo 2100 euro, dimostrando l’ironia della situazione e sottolineando che colpire Arianna è come colpire lei stessa. “Hanno a che fare con una persona che non ha scheletri nell’armadio,” ha aggiunto Meloni, difendendo la sorella e criticando le pratiche di dossieraggio.
Nel corso dell’intervista, Vespa le ha chiesto anche dell’ipotesi di elezioni anticipate, dato il consenso di Fratelli d’Italia nei sondaggi, che si attesta intorno al 30%. Meloni ha risposto che molte delle notizie circolate sono tendenzialmente false e ha raccontato della sua decisione di smettere di leggere la stampa, che a suo avviso non riporta i fatti in modo obiettivo ma cerca di influenzarli.
“È un tentativo di condizionamento al quale non mi presto,” ha concluso la presidente del Consiglio, mettendo in guardia contro le strategie mediatiche che cercano di manipolare la realtà e le opinioni pubbliche. La questione del dossieraggio, quindi, non solo scuote il panorama politico, ma solleva interrogativi significativi sulla tutela della privacy e il rispetto delle norme in un contesto democratico.