Oggi, giovedì 20, e domani, venerdì 21 marzo, Giorgia Meloni è a Bruxelles per il Consiglio europeo incentrato su Ucraina e difesa. Prima di partire, ha parlato alla Camera, scatenando la reazione delle opposizioni, dopo aver criticato il Manifesto di Ventotene, considerato un pilastro dell’Unione europea, affermando: “Non è la mia Europa”.
Le tensioni si sono intensificate, con proteste del PD che hanno portato a due sospensioni della seduta. Meloni ha ribadito l’importanza di mantenere unito il fronte occidentale e di risolvere i conflitti commerciali con gli Stati Uniti per proteggere l’Italia. Il conflitto ucraino è al centro delle discussioni, con la speranza per un cessate il fuoco parziale, segnalato da una conversazione tra Trump e Putin. Meloni ha espresso supporto a Trump e ha chiesto chiarimenti alla segretaria del PD Elly Schlein riguardo al suo disprezzo per l’ex presidente americano.
Inoltre, la premier ha proposto di estendere all’Ucraina una sorta di protezione ispirata all’Articolo 5 della NATO, senza però una formalizzazione dell’adesione. Le affermazioni di Meloni sul Manifesto di Ventotene hanno provocato un acceso dibattito, con le opposizioni che l’hanno accusata di distorcere la memoria europea.
La questione del riarmo europeo è una sfida per Meloni, che ha espresso supporto per l’aumento degli investimenti militari europei, ma con richieste di chiarimenti sui criteri di spesa. La Lega si oppone fortemente ai piani di riarmo, mentre Forza Italia sostiene Meloni. I leader Ue si riuniranno domani per discutere di competitività e difesa, segnando i passi successivi dopo il Consiglio del 6 marzo.