Il recente incontro tra Giorgia Meloni e Viktor Orbán a Roma evidenzia una realtà complessa e potenzialmente destabilizzante per l’Europa. Orbán, noto per il suo costante attacco alle libertà in Ungheria, ha espresso la sua visione antieuropeista, affermando che l’Unione europea non ha alcun valore e manifestando l’intenzione di influenzare la politica estera statunitense per ottenere la revoca delle sanzioni alla Russia. Queste dichiarazioni non rappresentano semplici opinioni divergenti, bensì fanno parte di una strategia mirata a minare dall’interno le fondamenta politiche dell’Unione europea.
Durante l’incontro, è stato significativo il silenzio riguardo ai diritti civili. In Ungheria, il controllo sulla libertà di stampa e le diseguaglianze legali nei confronti delle minoranze, comprese quelle Lgbt+, sono in aumento. L’assenza di discussioni su tali temi indica una scelta della diplomazia italiana per una prudenza che trascura i principi fondamentali. La mancanza di una chiara posizione su normative e diritti civili mostra una subordinazione degli ideali democratici a interessi politici immediati.
Le parole di Antonio Tajani, che ha descritto le posizioni italiane come “diverse” da quelle ungheresi, si scontrano con l’atteggiamento ambivalente di Meloni, rischiando di legittimare le politiche autoritarie all’interno dell’Unione. Orbán non persegue solo interessi nazionali, ma mira a creare precedenti giuridici che altri governi illiberali potrebbero seguire, compromettendo la capacità dell’Unione di reagire a sfide sia interne che esterne.
La diffusione di modelli illiberali in Europa potrebbe avere effetti diretti sulla libertà dei cittadini e sulla protezione dei diritti fondamentali. Affrontare queste questioni richiede un impegno chiaro e coerente da parte dei governi per evitare che la legittimazione di governi autoritari diventi la norma. L’Unione europea deve restare unita e ferma nella difesa dei diritti civili e della democrazia, altrimenti rischia di cedere a logiche nazionaliste con gravi conseguenze per la coesione politica e la libertà del continente.