Giorgia Meloni ha suscitato polemiche con un intervento alla Camera contro il Manifesto di Ventotene, un documento fondante dell’Unione europea, distrarre l’attenzione dalle divisioni nel centrodestra e unendo le opposizioni. Elly Schlein ha denunciato il tentativo di Meloni di oltraggiare la memoria europea, affermando che non accetteranno di riscrivere la storia. Matteo Renzi ha sottolineato che le prossime elezioni saranno un confronto tra chi crede nei valori di Ventotene e chi in Meloni. La reazione dell’opposizione si è riflessa nel voto delle risoluzioni, con il Partito Democratico (Pd) che ha votato compatto, eccetto Lorenzo Guerini che ha sostenuto anche altre proposte meno critiche. Durante il dibattito, è emersa l’assenza della Meloni che si era già diretta a Bruxelles per il Consiglio europeo, sollevando critiche da parte dei deputati, in particolare da Federico Fornaro, che ha sottolineato l’importanza storica del Manifesto.
L’assenza di Meloni ha alimentato le accuse di fuga dal dibattito. Schlein ha sottolineato la sua mancanza di presenze in aula, mentre Giuseppe Conte ha criticato l’irriconoscenza della premier nei confronti di Ventotene. Anche Angelo Bonelli ha commentato la fuga di Meloni dal Parlamento, collegandola ai problemi interni con la Lega. Nonostante le divisioni tra le opposizioni, tutti hanno sottolineato le fratture presenti nella maggioranza. Riccardo Molinari, capogruppo leghista, ha fatto rilevare che Meloni non avrebbe un mandato forte per le trattative europee, accentuando l’impressione di un governo diviso sulla politica estera.