Dopo giorni di tensione all’interno della maggioranza, il ministro dei Trasporti e vicepremier Matteo Salvini ha parlato dei rapporti con Antonio Tajani, ministro degli Esteri. Entrambi hanno cercato di ridurre i toni dopo il richiamo dell premier Giorgia Meloni all’unità, ed è emerso un progetto comune fino al 2027, sebbene con divergenze interne. Salvini, rispondendo alle critiche di Tajani, ha affermato di avere il diritto di commentare sul Medio Oriente come Tajani può farlo riguardo al canone Rai e alle banche, evidenziando una dinamica di scontro che potrebbe essere solo rimandata.
In un’intervista a Radio24, Salvini ha chiarito che non è permaloso e ha smesso di prendere a cuore le critiche. Ha ribadito che le osservazioni di Tajani non rappresentano un motivo di conflitto, sostenendo invece la necessità di mantenere un dialogo sereno, enfatizzando il suo diritto di prendere posizione su questioni rilevanti per il Paese. Questo è avvenuto in riferimento al suo commento su un possibile mandato d’arresto per crimini di guerra contro Benjamin Netanyahu.
Tajani, dall’altra parte, ha sottolineato che la politica estera richiede serietà e ponderazione. La tensione tra Salvini e Tajani risiede proprio nel modo in cui i due ministri affrontano le criticità della politica estera. Tajani ha ricordato che la politica estera deve essere gestita in modo costruttivo e che ogni dichiarazione deve essere attentamente considerata. La reazione di Tajani era necessaria dopo le affermazioni di Salvini riguardo all’accoglienza di Netanyahu, un individuo sotto indagine della Corte Penale Internazionale.
In merito ai conflitti interni, il ministro degli Esteri ha fatto riferimento alla sua volontà di non rispondere per conto del governo su tematiche che rientrano nelle competenze di altri. La tensione si riflette anche in altre aree, come quella del canone Rai, dove le dispute tra Lega e Forza Italia hanno prodotto scambi pungenti. Nonostante gli sforzi di Salvini e Tajani per minimizzare i conflitti, le divergenze restano evidenti, come dimostrato dal voto contrario di Forza Italia su emendamenti proposti dalla Lega. In vista della Manovra 2025, Salvini ha espresso la speranza che le divergenze siano solo episodi isolati e non minaccino la stabilità del governo.