Mercoledì 18 settembre, Matteo Fantacchiotti ha rassegnato le dimissioni da amministratore delegato e consigliere di amministrazione di Campari, citando motivi personali. La notizia è stata confermata dal gruppo stesso. Fantacchiotti, che aveva assunto il ruolo di Ceo lo scorso aprile, ha espresso gratitudine verso gli stakeholder, in particolare il presidente e il consiglio di amministrazione.
Le ragioni economiche della sua uscita sono ancora in fase di definizione. Tuttavia, recenti dichiarazioni di Fantacchiotti sulla debolezza del mercato americano degli alcolici durante un incontro con investitori potrebbero avere influito sulla sua decisione. Infatti, dopo le sue osservazioni sul settore, il titolo Campari ha registrato una flessione significativa in Borsa.
In seguito alle dimissioni, il consiglio di amministrazione ha nominato Paolo Marchesini e Fabio Di Fede come co-Ceo ad interim. Entrambi ricoprono ruoli esecutivi in un comitato dedicato alla transizione della leadership, presieduto da Robert Kunze-Concewitz, l’amministratore non esecutivo e storico Ceo di Campari. Sarà questo comitato a identificare il nuovo Ceo da sottoporre al consiglio, considerando profili sia interni che esterni.
Nel frattempo, Jean-Marie Laborde è stato nominato vicepresidente del comitato controllo, rischi e sostenibilità. La reazione del mercato è stata immediata: alla notizia delle dimissioni, Campari ha segnalato una flessione teorica del 9,4%, mostrando così l’impatto che questa situazione ha avuto sulla fiducia degli investitori.
In aggiunta, Campari è attualmente sotto inchiesta da parte della Procura di Milano per presunta evasione fiscale da un miliardo di euro, il che potrebbe ulteriormente complicare la situazione per il gruppo. Le dimissioni di Fantacchiotti potrebbero essere collegate non solo alle questioni di mercato, ma anche a questo contesto problematico.
In sintesi, le dimissioni di Matteo Fantacchiotti segnano un importante cambiamento all’interno di Campari, un’azienda che sta affrontando sfide significative sia a livello di leadership che di mercato. La nomina di un nuovo Ceo sarà cruciale per la futura direzione del gruppo e per recuperare la fiducia degli azionisti.