Il Senato ha approvato definitivamente il ddl n. 824 sulla maternità surrogata, rendendo la pratica reato anche per gli italiani che scelgono di esercitarla all’estero, dove è legalmente consentita. Questa normativa si aggiunge al divieto già in vigore in Italia. A sostenere la legge sono state le forze di maggioranza, tra cui Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega, mentre le opposizioni hanno votato contro, con un risultato finale di 84 voti favorevoli e 58 contrari.
La premier Giorgia Meloni ha commentato l’approvazione come una norma di buonsenso contro la mercificazione della vita umana e del corpo femminile. Tuttavia, il dibattito in Senato è stato caratterizzato da toni accesi e contrasti tra maggioranza e opposizione. Diversi senatori, come la pentastellata Elisa Pirro, hanno sollevato questioni su diritti individuali e libertà, affrontando le critiche dei colleghi della maggioranza. La Pirro ha affermato che il suo corpo è di sua proprietà, scatenando reazioni animati da parte di altri senatori.
Altri esponenti, come il senatore della Lega Massimiliano Romeo, hanno denunciato la situazione di sfruttamento delle donne, mentre nel centro-sinistra si è evidenziato il rischio di equiparare la maternità surrogata ad altri crimini gravi. Alessandra Maiorino del M5S ha messo in discussione la serietà della legge, lamentando che essa penalizza le pratiche considerate legittime in molti paesi, oltre a considerare la maternità surrogata un reato universale.
Critiche anche dalla vicepresidente del Gruppo per le Autonomie, Julia Unterberger, che ha definito la legge come propagandistica e poco applicabile, accusando il governo di utilizzare questioni morali per ottenere consensi. Anche la senatrice del PD Anna Rossomando ha espresso scetticismo, sostenendo che la legge non solo è irragionevole, ma è in contrasto con le normative europee e le pronunce delle corti. Tra le posizioni espresse, ci sono stati anche interventi a favore della maternità surrogata come espressione dell’amore e della famiglia, ma la maggioranza ha insistito nel ritenere la legge necessaria per tutelare la dignità della donna e prevenire la mercificazione del suo corpo e dei bambini.