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'Mariupol rinasce', bufera per conferenza a Modena


Appelli al sindaco: “Intervenga contro un evento di disinformazione”

La bandiera della Russia davanti a un edificio distrutto di Mariupol
La bandiera della Russia davanti a un edificio distrutto di Mariupol

“Mariupol. La rinascita dopo la guerra”. Una mostra-conferenza in programma a Modena sulla città di Mariupol, rasa al suolo e strappata dalla Russia all’Ucraina nella guerra in corso da quasi 2 anni, fa discutere e scatena polemiche. L’evento è in programma nella Sala Civica della città emiliana il 20 gennaio. “L’Associazione Culturale Russia Emilia-Romagna organizza a Modena, il 20 Gennaio alle ore 15.00 presso la sala civica di Via Viterbo 80, una mostra-conferenza per presentare al pubblico modenese i risultati della nuova amministrazione cittadina dopo la liberazione definitiva nella primavera del 2022, con la resa del battaglione Azov asserragliato nell’acciaieria “Azovstal”. Parteciperanno in qualità di relatori della conferenza il Presidente dell’Associazione Luca Rossi, il Console Generale della Federazione Russa Dmitry Shtodin, il rappresentante italiano del Movimento Internazionale dei Russofili (MIR) Eliseo Bertolasi e il giornalista indipendente Andrea Lucidi”, si legge sulla pagina Facebook dell’Associazione Culturale Russia Emilia Romagna che organizza l’evento.

Su X, in particolare, molti si appellano al sindaco di Modena, Gian Carlo Muzzarelli, per bloccare l’evento. “Quando si dice che bisogna proteggersi dalle interferenze, vuole dire anche evitare di concedere spazi pubblici a iniziative di propaganda per la Russia fatte sulle spalle di Mariupol città devastata da Putin. Spero che il sindaco di Modena Muzzarelli possa intervenire”, scrive in un post Lia Quartapelle, deputata Pd.

“Una associazione filo-russa lancia la sua propaganda su Mariupol, città dell’Ucraina rasa al suolo per volontà di Putin, in una sala pubblica a Modena. Procede il tentativo di sovvertire la verità, di inquinare la comunicazione, ora addirittura di esaltare la ricostruzione”, scrive Enrico Borghi, senatore di Italia Viva. “La dottrina Gerasimov sulla disinformazione non conosce soste, ma purtroppo trova adepti in Italia. Lo sfoggio di tale dottrina, con tutta la sua gamma di applicazioni (disinformazione, propaganda, creazione e diffusione di fake-news, sabotaggi, attacchi cyber, ingerenza nei media stranieri e via discorrendo) punti a individuare gli anelli deboli dei processi decisionali delle democrazie, per rivoltare le istituzioni democratiche contro se stesse. Quello di Modena è un anello di questa catena. Ed è inaccettabile che si svolga in locali pubblici”, aggiunge.

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