Marina Berlusconi sostiene la riforma della separazione delle carriere nel sistema giudiziario italiano, descrivendola come una “rivoluzione” avviata dal governo. In una lettera pubblicata su Il Giornale, evidenzia la recente sentenza della Cassazione che ha negato le richieste su Marcello Dell’Utri, escluso dalla classificazione come “pericoloso mafioso”. Secondo Berlusconi, questa decisione conferma l’assenza di legami tra Cosa Nostra e Fininvest, così come tra Forza Italia e la mafia.
Tuttavia, va notato che la sentenza della Cassazione non rappresenta una novità, poiché già in precedenti occasioni era stato chiarito che non ci sono state prove di riciclaggio nelle aziende del padre. Berlusconi critica il clima di animosità e strumentalizzazione attorno alla sentenza, lamentando l’uso di documenti processuali fuori contesto. Secondo lei, il dibattito sulla giustizia in Italia è influenzato da logiche di fazione, creando un’atmosfera di presunzione di colpevolezza.
Nel suo appello alla riforma, Berlusconi sottolinea la necessità di separare le carriere tra pubblici ministeri e giudici, e di riformare il Consiglio superiore della magistratura per limitare l’influenza delle correnti interne. Questi interventi, a suo avviso, sono attesi da tempo.
La lettera ha suscitato reazioni, tra cui quella di Cesare Parodi, presidente dell’Associazione nazionale magistrati, il quale ha commentato che le affermazioni di Berlusconi non tengono conto del fatto che la giustizia, pur con le sue complessità, porta risultati corretti. Parodi riconosce che errori nel sistema giudiziario esistono, ma sottolinea che essi fanno parte del normale funzionamento del sistema legale.
