Marina Berlusconi, presidente di Fininvest e Mondadori, ha scritto una lettera a Repubblica per smentire alcuni retroscena pubblicati dal quotidiano riguardo presunti complotti nei confronti della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e del segretario di Forza Italia, Antonio Tajani. Marina Berlusconi definisce tali ricostruzioni “senza il minimo contatto con la realtà” e critica la pubblicazione di notizie infondate.
Nella lettera, Berlusconi sottolinea che i retroscena dovrebbero riflettere situazioni reali piuttosto che apparire come un “teatrino” privo di sostanza. L’articolo di Repubblica, firmato da Concetto Vecchio, suggeriva una certa insoddisfazione della famiglia Berlusconi verso il governo Meloni e una possibile alleanza con Gianni Letta, ex collaboratore di Silvio Berlusconi, per orchestrare manovre politiche contro Meloni e Tajani.
Marina Berlusconi si difende categoricamente, affermando che non esiste alcuna scontentezza nei confronti del governo e che, anzi, la realtà è esattamente l’opposto di quanto affermato. Riferendosi all’articolo, aggiunge che viene descritto addirittura un pensiero e progetti che non ha mai avuto, oltre a irridere incontri lavorativi trasformandoli in incontri segreti. Questo è un chiaro riferimento a un recente incontro tra Marina Berlusconi e Mario Draghi a Milano, a cui ha partecipato anche Gianni Letta, evento che ha alimentato varie speculazioni.
Marina Berlusconi si rivolge direttamente al direttore di Repubblica, Maurizio Molinari, chiedendo rispetto sia per il lavoro svolto dalla redazione che per la verità dei fatti. La lettera è un appello a fare giornalismo responsabile e a non diffondere indiscrezioni infondate che potrebbero danneggiare la reputazione di persone e istituzioni coinvolte.
La mancanza di veridicità nelle notizie e la creazione di narrative distorte sono temi che Berlusconi ha voluto evidenziare, riaffermando la necessità di un’informazione corretta e basata sui fatti. Queste affermazioni di Marina Berlusconi sottolineano un clima di tensione e diffidenza verso la stampa, mettendo in discussione l’accuratezza delle informazioni divulgate riguardo alla politica italiana attuale.