Dopo la trasmissione di Report, nel quale è stata diffusa una conversazione privata tra l’ex ministro Gennaro Sangiuliano e la moglie Federica Corsini, Maria Rosaria Boccia ha deciso di scrivere una lettera alla Rai per richiedere una revisione della narrativa riguardante il caso. Boccia accusa il Tg1 di aver minimizzato il contesto, causando un danno alla sua immagine. Durante il servizio di Report andato in onda l’8 dicembre, l’audio in questione ha rivelato particolari sulla relazione tra Sangiuliano e Boccia. Secondo l’imprenditrice, il Tg1 nella sua trattazione successiva ha trascurato di presentare il contesto più ampio e delicato della situazione, in particolare il ruolo della moglie del ministro.
Boccia ha contattato Giampaolo Rossi, amministratore delegato della Rai, chiedendo una smentita ufficiale e uno spazio televisivo proporzionato all’importanza mediatica concessa a Sangiuliano. Nella missiva, ha sottolineato che l’operato della Rai continua a ledere non solo la sua persona, ma anche la sua carriera e la storia della sua famiglia. Maria Rosaria Boccia ritiene che la Rai abbia focalizzato la questione sull’indignazione generata dalla singola clip, utilizzando la figura di Federica Corsini per spostare l’attenzione dal caso Sangiuliano.
In parallelo, la Procura di Torre Annunziata ha avviato un’inchiesta a seguito di denunce presentate da Sangiuliano e sua moglie, che richiedono accertamenti sulle modalità di registrazione e diffusione dell’audio, asserendo che è avvenuta in modo illecito. Si fa riferimento in particolare all’articolo 615 bis del codice penale, che tratta delle interferenze illecite nella vita privata. L’audio, registrato presumibilmente da Boccia a Pompei, rivela come Sangiuliano confessasse alla moglie di avere una relazione con Boccia mentre Federica Corsini lo esortava a non promuoverla a consigliere.
La vicenda si arricchisce di ulteriori dettagli e sviluppi con i legali di Sangiuliano e Corsini che chiedono indagini su come l’audio sia stato ottenuto e divulgato. La controversia continua a sollevare interrogativi su privacy e media nell’ambito della politica italiana.