Maria Rosaria Boccia ha querelato Vittorio Feltri per diffamazione a causa di una frase pronunciata durante un collegamento nella trasmissione “L’aria che tira” su La7. Il fatto è avvenuto il 10 settembre scorso, quando Feltri ha raccontato di una colazione avuta con Gennaro Sangiuliano, ex ministro della Cultura, e la stessa Boccia. In particolare, Feltri ha dichiarato che Boccia gli era stata presentata come “amica” e non come “tr**a”, esprimendo così il suo disappunto. Feltri ha comunicato la querela tramite i social, definendo la situazione “un delirio”.
Nel corso dell’intervento, Feltri ha anche specificato: “Il conto l’ho pagato io”, creando imbarazzo nel conduttore David Parenzo, che lo ha esortato a non usare un linguaggio inappropriato. La discussione ha suscitato reazioni anche nel dibattito in studio, dove Angelo Bonelli ha commentato la disparità di trattamento tra uomini e donne in base a come Feltri si era espresso.
Contattato successivamente dall’agenzia Adnkronos, Feltri si è mostrato poco preoccupato per la querela, considerandola “ridicola”. Ha sottolineato di non comprendere dove stesse l’offesa e di essersi sentito sorpreso. Per Feltri, la sua affermazione non denigrava Boccia, anzi, la qualificava come semplice “amica” di Sangiuliano. Inoltre, ha insinuato che alla base della querela ci potesse essere una strategia deliberata da parte di Boccia, che potrebbe confondere notorietà e popolarità, cercando di farsi menzionare dai media.
In sostanza, la querela di Boccia a Feltri ha sollevato un acceso dibattito riguardo al linguaggio utilizzato in televisione e alle dinamiche di genere, evidenziando le reazioni contrastanti tra i protagonisti coinvolti. Mentre Boccia ha deciso di intraprendere un’azione legale per tutelare la sua reputazione, Feltri ha ritenuto la querela non solo infondato ma anche un tentativo di attirare attenzione mediatica.