Tra il 29 e il 30 marzo, si attiverà l’ora legale, spostando le lancette in avanti di un’ora, il che comporterà una riduzione di sonno ma un incremento di luce serale. Introdotta nel 1916 per risparmiare energia sfruttando la luce naturale, l’ora legale è in vigore in Italia dal 1966. Alessandro Miani, presidente della Società italiana di medicina ambientale (Sima), sottolinea i pro e i contro di questo cambiamento, paragonandolo a un mini jet lag, poiché comporta un adattamento del ritmo circadiano.
La maggioranza dei cittadini europei si è espressa favorevolmente per abolire l’ora legale, con un referendum nel 2018 che ha visto l’84% dei votanti pro abolizione, ma senza un accordo sui fusi orari alternativi. I Paesi nordici sono tra i principali sostenitori dell’abolizione, mentre in Italia si è lanciata una petizione per prolungare l’ora legale, che ha raccolto 350mila firme senza risposta dalle autorità.
Miani evidenzia il risparmio economico e ambientale legato all’ora legale, che potrebbe ridurre le emissioni di CO2 e abbattere i costi sociali. Negli Stati Uniti, l’estensione della luce serale ha visto una diminuzione degli incidenti stradali e dei crimini. Anche gli effetti sulla salute sono significativi: più luce favorisce attività fisica all’aperto e aumenta la produzione di serotonina, ma ci possono essere malesseri temporanei legati al cambiamento, paragonabili a sintomi di jet lag.
Per adattarsi al cambio, si consiglia di anticipare l’orario di sonno gradualmente, evitare sostanze eccitanti la sera e mantenere routine regolari.