La malattia misteriosa che ha colpito la Repubblica Democratica del Congo ha suscitato preoccupazione a livello internazionale. Gli esperti hanno notato similitudini con il Covid-19, mentre altri hanno invitato alla calma. Gianni Rezza, infettivologo ed epidemiologo al San Raffaele, ha sottolineato l’importanza di monitorare attentamente la situazione senza cedere al panico. Fino ad oggi, la malattia, che sembra colpire le vie respiratorie, ha causato circa 70 morti e l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha inviato un team di esperti per indagini sul campo.
In un’intervista, Rezza ha messo in risalto che la malattia si sta diffondendo in una zona del Congo con scarse infrastrutture sanitarie, e la popolazione è già vulnerabile a causa dell’alta incidenza di malnutrizione. L’Italia ha intensificato i controlli, nonostante l’assenza di voli diretti tra i due Paesi. Rezza ha spiegato che è troppo presto per affermare se siamo di fronte all’inizio di una nuova pandemia, evidenziando che anche chi minimizza la situazione corre il rischio di contribuire a una valutazione errata.
Walter Ricciardi ha sottolineato l’importanza di mantenere alta l’attenzione internazionale sulla questione, segnalando che emergenze simili sono comuni in Africa. Rezza ha discusso la situazione con colleghi dell’Oms, rivelando che ci sono incertezze sui sintomi, che rimangono generici ma suggeriscono un problema respiratorio, aggravato dalla letalità tra i bambini.
Alcuni esperti, come Matteo Bassetti, hanno suggerito la possibilità che la malattia possa essere una febbre emorragica, ma Rezza ha osservato che, se fosse così, il governo congolese avrebbe dovuto riconoscerla. L’ormai consolidata esperienza con il Covid-19 ha portato all’emergere di un sistema di allerta globale, il che ha facilitato la visibilità della malattia in Congo. Rezza ha affermato che senza questi centri di controllo, il focolaio potrebbe essere passato inosservato.
Concludendo, ha affermato che l’assenza di un piano pandemico in Italia non è problematica grazie all’aggiornamento fatto nel 2021, mentre, a livello globale, sembrano esserci stati movimenti pronti a fronteggiare l’emergenza.