9.2 C
Roma
domenica, 8 Dicembre, 2024
HomePoliticaMaggiore spesa per la difesa ma senza costi per i cittadini. Draghi...

Maggiore spesa per la difesa ma senza costi per i cittadini. Draghi punta al 2%

Il tema centrale è il raggiungimento del 2% del PIL per le spese di difesa nell’ambito dell’Alleanza Atlantica, un obiettivo fortemente sostenuto dagli Stati Uniti e che implica maggiori investimenti da parte dei membri europei. L’Italia, attualmente all’1,57%, è tra i paesi che non rispettano questo traguardo, e la premier Giorgia Meloni, durante un incontro a Budapest, ha sottolineato l’importanza di aumentare il budget della difesa. Tuttavia, ha anche evidenziato la necessità di strumenti adeguati per realizzare questi investimenti.

Secondo Meloni, non è sua intenzione gravare sui cittadini italiani, ma piuttosto finanziare priorità strategiche. L’Italia necessita annualmente di circa 10 miliardi di euro per raggiungere l’obiettivo del 2%. L’ex premier Mario Draghi ha dichiarato che il raggiungimento del 2% è possibile anche rispettando il Patto di stabilità, ma richiede decisioni concrete. Draghi ha anche osservato che il ritorno di Trump alla presidenza statunitense influenzerà le relazioni Usa-Europa, rendendo ancor più necessario un approccio unitario da parte dell’Europa.

Tuttavia, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha avvertito che l’obiettivo è ambizioso e potrebbe necessitare di una revisione delle regole europee. Matteo Perego, sottosegretario alla Difesa, ha proposto di scorporare le spese per la difesa dal Patto di stabilità per agevolare il raggiungimento del 2%. Anche il viceministro degli Esteri Edmondo Cirielli ha sottolineato l’importanza di fare la propria parte nell’ambito della NATO.

Altri attori politici, come Maurizio Lupi e Enrico Borghi, hanno argomentato che è necessaria una strategia comune per l’Europa. Lupi ha esortato l’Unione Europea a rafforzare il proprio ruolo nella difesa, mentre Borghi ha notato che la spesa militare europea è già significativa, ma frammentata, suggerendo l’importanza di una maggiore integrazione e innovazione nel settore.

Infine, si è accennato alla possibilità che il requisito del 2% possa aumentare a 2,5%, secondo il nuovo segretario generale della NATO, complicando ulteriormente la situazione. In sintesi, il raggiungimento del 2% del PIL per la difesa rappresenta una sfida cruciale, ma piena di ostacoli e complessità.

ARTICOLI CORRELATI

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

PIÙ POPOLARI