Ignazio La Russa, presidente del Senato, ha condiviso un aneddoto durante un incontro su Costituzione e sport a Milano. Ha ricordato il suo passato calcistico a Paternò, con la squadra giovanile Fiamma, e il suo impegno con la Folgore, evidenziando la simbologia fascista dei nomi. Tra risate, ha raccontato un episodio di violenza in cui l’addetto all’arbitro della Fiamma, cugino di Salvatore Ligresti, chiuse un arbitro nello spogliatoio e lo picchiò, conseguendo una radiazione. La Russa ha poi parlato della nuova scuola e del bidello che ostacolava le partite, delineando un contesto nostalgico e problematico dello sport giovanile dell’epoca.
La fiamma, simbolo di Fratelli d’Italia, è associata alla memoria di Benito Mussolini, rappresentando un’eredità del fascismo. La Russa ha rivelato di possedere un busto di Mussolini, ricevuto dal padre, e ha espresso dichiarazioni controverse sul fascismo, affermando che “siamo tutti eredi del Duce” e difendendo il saluto romano, minimizzando il suo significato.
Le sue opinioni su Mussolini e sul fascismo sono state un tema ricorrente, esprimendo una sorta di ammirazione per il passato. Nel 2022, ha suscitato polemiche discutendo le sue posizioni e ironizzando su un possibile saluto fascista durante la pandemia, mentre, in un’intervista nel 2018, ha elogiato la destra governativa, sostenendo che non meritava le critiche di fascismo. Le dichiarazioni di La Russa riflettono una complessità e ambiguità riguardo al suo rapporto con la storia italiana e il fascismo.