Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha smentito la chiusura dei centri migranti in Albania, nonostante i licenziamenti di quasi tutti i dipendenti della società Medihospes, avvenuti a causa dell’inattività prolungata delle strutture. L’opposizione, guidata da Elly Schlein, ha criticato aspramente il progetto, definendolo uno spreco di risorse e denunciando il fallimento dell’operazione, che secondo Schlein non rispetta i diritti fondamentali e le normative italiane ed europee.
Attualmente, i centri di Shengjin e Gjader continueranno a operare con la presenza ridotta di agenti di sorveglianza e pochi medici. Medihospes ha spiegato che la decisione di licenziare i lavoratori è stata influenzata da “una serie di pronunce giudiziarie contraddittorie” e dalla mancanza di nuovi flussi migratori. I contratti dei dipendenti sono stati considerati risolti dal 15 febbraio, in attesa di una soluzione giuridica stabile.
La gestione dei Centri per il rimpatrio in Italia è affidata a società private, con costi già elevati, e si prevede che questi costi possano addirittura triplicare in Albania. Schlein ha quantificato il presunto spreco economico in 800 milioni di euro, somme che avrebbero potuto essere destinate all’assunzione di personale medico. Inoltre, ha criticato la premier Meloni per non aver rispettato le promesse fatte, affermando che la situazione attuale rappresenta una gestione catastrofica del fenomeno migratorio.