Nelle basi di Ghedi e Aviano ci sono 40 bombe americane. E’ quanto sostiene nel libro ‘Terza guerra mondiale’, il giornalista e scrittore Luca Ciarrocca, edito da Chiarelettere. ”A Ghedi – sottolinea l’autore – sono custodite venti delle quaranta testate nucleari che la Nato ospita in Italia (secondo la stima della Federation of Ghedi e Aviano, quaranta bombe americane in Italia American Scientists; il numero non è mai stato confermato da fonti ufficiali)”.

”Aviano (Davian in friulano, Pleif nella variante locale) – spiega poi Ciarrocca – è un comune di 8888 abitanti in Friuli-Venezia Giulia, ai piedi delle Prealpi Carniche, nel territorio della ex provincia di Pordenone. Nel suo comune si trovano il Monte Cavallo (2250 metri) e Piancavallo, meta turistica invernale ed estiva. Ma per chi si occupa di questioni militari e di armi nucleari, la ridente cittadina tra Udine e Belluno, a 108 chilometri di distanza da Gorizia e a 210 da Lubiana, è sede della base militare di esclusiva proprietà degli Stati Uniti e gestita dagli americani nel network Nato. Nei suoi sotterranei sono custodite le altre venti bombe atomiche Usa sul nostro suolo”.

”Ghedi è una città della provincia bresciana – scrive l’autore all’inizio del capitolo Ghedi e Aviano, quaranta bombe americane in Italia – A parte i pochi luoghi da cartolina come la chiesa e la torre campanaria del XIV secolo, somiglia a decine di agglomerati urbani della Padana cresciuti su input di geometri ai tempi del boom industriale. Entrando in città, il cartello stradale avverte che si tratta di un ‘comune videosorvegliato’. I cellulari subiscono interferenze e la linea cade spesso. Un po’ fuori dal centro, a cinque chilometri in direzione di Castenedolo, c’è l’aeroporto militare dove sono custodite le atomiche di Washington”. ”L’aeroscalo si vede nitidamente digitando ‘Ghedi’ su Google Maps” ma si legge nel testo ”il software del colosso di Mountain View ha aggiornato le immagini al 2022 (European Space Imaging, Maxar Technologies); secondo rumor insistenti, il governo americano ha fatto di tutto per convincere Google a offuscare quell’area coperta dal segreto militare”.

”Scegliendo l’opzione 3D chi scrive, nel giugno del 2021, ha scandagliato molti dettagli della base aerea, dalla pista di atterraggio e decollo ai caccia parcheggiati sul tarmac, i vecchi hangar semicilindrici in metallo dipinto di verde, le baracche, gli uffici per il personale e perfino una serie di bombe adagiate sull’asfalto (se ne contavano trentadue, non quelle atomiche)”, scrive Ciarrocca.

Inoltre continua l’autore ”nelle immagini più recenti di Google tutti i dettagli, gli aerei e le bombe sono spariti. Non c’è alcun cartello che dica ‘Base Nato’, anche se percorrendo in auto la Sp66, che costeggia per qualche chilometro i campi agricoli della campagna fino al torrente Garza, intorno al perimetro dell’aeroporto parecchi segnali stradali, quelli a triangolo con il punto esclamativo in rosso, allertano su ‘Aerei in transito’ o ‘Aerei a bassa quota’, oppure ‘Attenzione uscita mezzi militari”’. Secondo quanto si legge nel libro ”in anni recenti diverse strutture rimaste escluse dall’attuale zona militare sono state demolite per consentire lo sviluppo edilizio della città di Ghedi, ma alla base sono in corso i lavori per accogliere le bombe nucleari americane di ultima generazione B61-12, il cui arrivo è previsto nei prossimi anni, e a cui va data adeguata copertura di massima sicurezza”.

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