Liam Payne è morto a soli 31 anni dopo essere caduto dal terzo piano di un hotel a Buenos Aires. Secondo TMZ, è stato confermato che la caduta è avvenuta senza che ci fosse nulla da fare, lasciando incerta la causa, se intenzionale o accidentale. La sua morte ha riportato alla mente alcune dichiarazioni passate in cui il cantante aveva parlato delle sue lotte personali, in particolare con depressione, dipendenze e pensieri suicidi.
Nel 2021, durante un episodio del podcast “Diary Of A Ceo”, Liam aveva rivelato di avere paura di non accorgersi di quando avrebbe toccato il fondo. Sottolineava come, durante gli anni con i One Direction, fosse abilissimo a nascondere il suo stato d’animo. Confessò di aver affrontato la pressione dei fan con la rabbia e di aver utilizzato medicinali per gestire l’improvvisa popolarità, affermando di non piacersi a causa dell’abuso di pillole e alcol. Durante quell’epoca, ammise di aver avuto pensieri suicidi e di trascorrere lunghi periodi chiuso nella sua stanza d’albergo.
Liam ha raccontato che la vita in albergo era spesso caratterizzata dall’isolamento e dall’uso di alcol, creando una sorta di festa solitaria. Con l’arrivo della pandemia, il suo consumo di alcol è aumentato ulteriormente, ma in seguito ha compreso la necessità di cambiare vita e moderarsi. Durante l’intervista del luglio 2021, dichiarò di essere “sobrio da un mese”.
Nel corso del 2023, parlò di come fosse in una pessima situazione ma che, grazie a una pausa dal lavoro e dalla vita frenetica, era riuscito a ritrovare un equilibrio. Riferì di aver passato quasi 100 giorni senza il suo telefono, un distacco che gli era servito per ritrovare se stesso e che il rientro nel mondo reale fosse stato spaventoso. Tuttavia, il suo percorso di riabilitazione rappresentò un’esperienza positiva.
La morte di Liam Payne è una tragica perdita che evidenzia le sfide personali affrontate in pubblico da molti artisti, sottolineando l’importanza di affrontare la salute mentale e il sostegno necessario in momenti difficili.