Il Premio Nobel per l’Economia 2025 rappresenta un importante avvertimento riguardo l’attuale direzione dell’economia, con particolare riferimento all’economia digitale. Il riconoscimento è stato attribuito a Philippe Aghion, Peter Howitt e Joel Mokyr, che offrono una chiave di lettura utile per comprendere le sfide attuali, specialmente in un contesto di innovazione dominato da grandi aziende tecnologiche.
Questi economisti sono pionieri della “crescita schumpeteriana”, che illustra come l’innovazione emerga dal conflitto tra nuovi entranti e aziende consolidate, un concetto definito “distruzione creatrice”. Aghion, in particolare, sottolinea l’importanza di avere modelli solidi per dimostrare il valore della competizione. Egli afferma che ogni innovazione si costruisce sulle spalle di chi l’ha preceduta, ma è fondamentale mantenere un equilibrio tra incentivare il profitto e non congelare il potenziale innovativo futuro.
La crescita di oggi dipende da ingredienti come la libera circolazione delle idee, la concorrenza e la tutela per gli innovatori. L’Europa ha beneficiato di queste dinamiche nel passato, contribuendo alla rivoluzione industriale, mentre ora si trova in difficoltà per la mancanza di un mercato unico e di investimenti adeguati.
L’innovazione digitale ha visto una crescita iniziale negli anni ’90, ma ha poi subito un rallentamento a causa della concentrazione del potere nelle mani di grandi aziende, portando a una situazione di potenziale stagnazione economica. Aghion mette in guardia riguardo al rischio che le politiche protezionistiche possano soffocare la ricerca e l’innovazione.
Il messaggio finale per l’Europa è di abbandonare rigidità normative e incentivare politiche che favoriscano il rischio e la concorrenza, affinché possa emergere una nuova era di innovazione sostenibile.
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