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martedì, Ottobre 15, 2024
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L’Ecopillola di Andrea Ferretti: la crisi dell’automotive frena la crescita della locomotiva tedesca

La locomotiva tedesca mostra segnali di rallentamento, principalmente a causa della crisi nel settore automobilistico, che ostacola gli investimenti e influenza negativamente il sentiment dei consumatori, con ripercussioni anche su altri Paesi europei, inclusa l’Italia, che è il principale partner commerciale della Germania. L’economista Andrea Ferretti ha analizzato questa situazione, evidenziando il deterioramento dell’economia tedesca, che già mostrava segni di affaticamento dopo la pandemia di Covid-19. Nel 2023, la Germania è stata l’unica tra i principali Paesi europei a registrare un PIL negativo (-0,3%), mentre l’Eurozona ha visto una crescita dello 0,4%. Le prospettive per il 2024 non sono rosee, con previsioni di crescita zero o leggermente positiva.

Le cause di questa stagnazione possono essere suddivise in tre principali aspetti. Il primo è l’aumento dei costi, aggravato dalla guerra in Ucraina e dalle sanzioni europee contro la Russia, che hanno portato a un’impennata dei costi energetici per l’industria pesante tedesca, molto dipendente da forniture stabili di petrolio e gas dalla Russia. Il secondo fattore è la crisi del settore automotive, cruciale per l’economia tedesca. Questo comparto, che sta faticosamente transitando verso l’elettrico, è stato colpito sia dalla crisi del settore automobilistico europeo che dalla crescente concorrenza cinese, che beneficia di aiuti governativi e si muove più agilmente verso la transizione ecologica. Le misure tariffarie europee sulle auto cinesi, inoltre, possono ritorcersi contro le case automobilistiche tedesche, dato che una parte significativa delle loro vendite è destinata alla Cina.

Infine, il terzo motivo riguarda i consumi interni, che sono stati influenzati dalla stagnazione industriale, generando una crisi di sfiducia. Questa situazione ha portato le aziende a ridurre gli investimenti e l’occupazione, mentre i lavoratori-consumatori hanno diminuito precauzionalmente i consumi, creando un pericoloso circolo vizioso. Un esempio emblematico di questo clima di incertezza è la possibile chiusura di uno stabilimento Volkswagen, che potrebbe comportare la messa in cassa integrazione di migliaia di operai. Considerando che la Germania rappresenta il principale partner commerciale dell’Italia, con 74 miliardi di euro in export, di cui 26 miliardi destinati all’automotive, le conseguenze di questa crisi non possono essere ignorate.

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