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martedì, 3 Dicembre, 2024
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Le Rivelazioni della Senatrice sui Dossier: Cosa Ha Dichiarato

Lunedì 4 novembre, Licia Ronzulli, vicepresidente del Senato e membro di Forza Italia, è stata sentita in Procura riguardo al caso di Enrico Pazzali. La decisione di recarsi in Procura è stata presa da Ronzulli dopo che alcuni giornali l’hanno coinvolta in un’inchiesta sui dossieraggi, definendola “spiona”. Pur non essendo indagata, il suo nome è emerso in un’intercettazione collegata all’inchiesta. La senatrice ha voluto chiarire la sua estraneità rispetto a una ricerca di dati su una manager menzionata da Pazzali in una conversazione monitorata dai carabinieri.

In un’intervista, Ronzulli ha dichiarato di essere rimasta scioccata dalle ricostruzioni giornalistiche, che l’hanno tirata in ballo nonostante non fosse sotto indagine. Ha richiesto di essere ascoltata dai magistrati per dissipare «ricostruzioni fantasiose», affermando: “Questo è totalmente falso”. Durante il colloquio con il procuratore Marcello Viola, durato circa due ore, ha ribadito che non ha mai chiesto alcun dossier a Pazzali. Secondo Ronzulli, le notizie diffuse sono errate, poiché suggerirebbero che avesse conoscenze sulla sua attività di investigazione, mentre sostiene di aver appreso delle sue attività solo tramite i media.

Ha anche chiarito di non avere alcun motivo per chiedere informazioni su una professionista di cui ha stima e che conosce da molti anni. Ronzulli ha espresso disappunto riguardo al fatto che il suo nome e quello di una terza persona siano stati pubblicati senza alcun riguardo, evidenziando che è inaccettabile che persone non indagate vengano citate pubblicamente senza verifica da parte degli investigatori, aggiungendo: “Trovo inaccettabile che nomi di terze persone non indagate e totalmente estranee alle indagini vengono riportati senza alcuno scrupolo”.

Infine, ha sottolineato l’importanza di fare chiarezza su questa vicenda per difendere la propria reputazione e quella delle persone coinvolte. La senatrice ha chiesto più attenzione verso la verità nei procedimenti di indagine per evitare che nomi di individui estranei vengano infangati.

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