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sabato, 18 Gennaio, 2025
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Le posizioni della maggioranza su fiscalità e Stellantis

Massimo Garavaglia, presidente della commissione Finanze del Senato e rappresentante della Lega, ha espresso pubblicamente le sue critiche riguardo alle lettere inviate dall’Agenzia delle Entrate ai contribuenti con partita Iva, che mirano a incoraggiarli ad aderire al concordato. Durante un’intervista a Rainews, Garavaglia ha sottolineato un errore nella gestione del concordato, evidenziando che non è stata tenuta in considerazione una condizione suggerita dalla commissione Finanze. Quel suggerimento prevedeva l’istituzione di un tetto al rilancio che l’Agenzia delle Entrate poteva realizzare durante le trattative con i contribuenti e le imprese. Garavaglia ha specificato che si era prospettato un limite del 10%, ma si sarebbe potuto considerare anche un 15% o un 20%.

La mancanza di un tetto ha comportato il rischio che i funzionari dell’Agenzia, per tutelarsi e prevenire eventuali danni erariali, fissassero percentuali di rilancio eccessive, soprattutto in caso di un indice sintetico di affidabilità (Isa) non eccellente. Secondo Garavaglia, questo ha portato a una valutazione eccessivamente alta nei casi in cui l’Isa non era ottimo, evidenziando come questo approccio non sia coerente con il concetto di un fisco “amico”.

La situazione descritta mette in luce le difficoltà che molti contribuenti possono incontrare nell’interagire con l’Agenzia delle Entrate e il rischio che si creino tensioni tra il fisco e i contribuenti. L’assenza di linee guida chiare e di limiti adeguati nelle pratiche di rilancio potrebbe aggravare la già complessa realtà fiscale per le piccole e medie imprese. Garavaglia ha quindi sollecitato il governo a rivedere questa strategia, per garantire che le interazioni tra l’Agenzia delle Entrate e i contribuenti siano più equilibrate e favorevoli.

In sintesi, le critiche di Garavaglia mettono in evidenza la necessità di rivedere le pratiche fiscali e di offrire maggiore supporto ai contribuenti, al fine di evitare che le iniziative fiscali si trasformino in ostacoli anziché in aiuti. La situazione attuale richiede un ripensamento delle politiche e un’approccio più comprensivo verso le realtà imprenditoriali.

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