Nel caso in cui andaste in bicicletta di notte e accendeste il faretto posto sotto al manubrio, per guardare meglio davanti a voi, a che velocità andrebbe la luce?
Teoricamente la velocità complessiva della luce dovrebbe sommare la propria velocità standard di 299.792.458 metri al secondo – la famosa c dell’equazioni di fisica – con la velocità media della vostra corsa in bicicletta, che in media è di 30 km/h. Giusto?
No. Questo è uno degli errori più comuni che compiono le persone non molto esperte di scienza o che negano sui social, dopo oltre un secolo, la Relatività ristretta di Einstein e tutta la fisica che si è sviluppata dalla sua formulazione. Sono tuttavia diverse le persone che vogliono spiegato meglio questa questione ed è a queste persone ci rivolgiamo, scrivendo questo articolo.
Per comprendere l’errore del ragionamento sopra esposto, ricordatevi il vecchio mantra del vecchio Albert: “Nulla può superare la velocità della luce”. Neppure la luce stessa, che permette all’universo di avere una velocità limite per tutti i fenomeni fisici che avvengono al suo interno.
La luce inoltre si propaga indipendentemente dalla velocità della sua sorgente, poiché non si possono sommare le loro velocità relative a quella della luce.
Spesso questo errore nasce dal fatto che ci si aspetta che la luce si comporti come la materia normale, quando invece non è così, visto che la luce presenta una duplice natura, quella di onda-particella. Non dobbiamo poi neppure fare l’errore di attribuire ad Einstein la scoperta della velocità costante della luce.
I primi che scoprirono che la luce aveva una velocità costante, in grado di raggiungere qualsiasi direzione senza l’aiuto di un vettore che riuscisse a trasportarla, furono i fisici Albert Abraham Michelson e Edward W. Morley, nei loro rispettivi esperimenti del 1881 e del 1887, che contribuirono a demolire la teoria dell’etere.
L’etere doveva essere questo vettore che, permeando l’intero universo, aiutava la luce a raggiungere velocità incredibili, ma gli esprimenti di Michelson e Morley dimostrarono solo che era un elemento barocco di una teoria che non spiegava lo strano comportamento della luce.
Fu grazie a questi due esperimenti che Einstein elaborò le teoria della Relatività ristretta e di quella Generale, appropriandosi delle scoperte degli altri fisici per elaborarli e scoprire nuovi segreti dell’universo, come il fatto che nulla poteva raggiungere o superare la velocità della luce.
In teoria sarebbe però possibile riuscire a raggiungere l’1% della velocità luminare? Secondo alcuni esperti, forse sì, ma come affermiamo in questo articolo è una sfida davvero difficile d’affrontare.