I migranti trasferiti in Albania dovranno tornare in Italia a seguito di una decisione del tribunale di Roma, che non ha convalidato i loro trattenimenti. Questo gruppo, composto da 12 persone, partirà dall’Albania il 19 ottobre per approdare a Bari, dove potrebbero essere trasferiti in un centro per richiedenti asilo. La decisione ha provocato reazioni forti da parte di Fratelli d’Italia e della Lega.
I migranti sono attualmente nel centro di permanenza per il rimpatrio in Albania e la loro detenzione amministrativa e le domande di protezione internazionale sono di competenza delle autorità italiane. Ogni migrante in Albania riceve un decreto di trattenimento dalla questura di Roma, che deve essere convalidato da un tribunale. Nel caso specifico, la convalida non è avvenuta per questi migranti, tra cui dieci provenienti dal Bangladesh e sei dall’Egitto, a causa della recente sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea sui “paesi sicuri”.
L’Albania è considerata un paese sicuro solo per migranti provenienti da nazioni non vulnerabili, escludendo donne, bambini e persone fragili. Tuttavia, la definizione di paese sicuro è controversa poiché molte nazioni che l’Italia considera sicure non rispettano i diritti umani. La lista italiana include 22 paesi, incluso il Bangladesh e l’Egitto, che non soddisfano i criteri di sicurezza.
Il destino dei 12 migranti è segnato: non possono rimanere in Albania e verranno riportati in Italia. La loro domanda di asilo è stata respinta, ma hanno 14 giorni per presentare ricorso. La decisione del tribunale di Roma complica ulteriormente i trasferimenti previsti dal governo italiano e mette in discussione un piano che prevedeva spese superiori ai 600 milioni nel corso di cinque anni.
Le reazioni politiche sono state forti, con la destra che critica la decisione giudiziaria e la sinistra che chiede l’intervento dell’Unione Europea per sanzionare l’Italia riguardo all’accordo con l’Albania. Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, ha espresso il suo stupore per la sentenza, mentre il leader del Pd, Elly Schlein, ha denunciato l’accordo come fuorilegge e dannoso dal punto di vista erariale.