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mercoledì, 22 Gennaio, 2025
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Le dimissioni di Tavares: Strategie per i grandi costruttori europei nella crisi attuale

La notizia delle dimissioni di Carlos Tavares, accolte dal Consiglio di Amministrazione di Stellantis, ha colto di sorpresa il settore automotive. Il processo per la nomina di un nuovo amministratore delegato è già iniziato e dovrà concludersi entro la prima metà del 2025. Nel frattempo, un nuovo comitato esecutivo sarà presieduto da John Elkann. Giuseppe Sabella, direttore di Oikonova, ha commentato le dimissioni sottolineando che, sebbene inattese, i problemi legati a Tavares e Stellantis siano noti. Le ragioni della sua uscita non sono del tutto chiare, ma ci sono stati segnali di divergenze tra Tavares e il CdA, specialmente riguardo alle difficoltà di Stellantis negli Stati Uniti.

Sotto la guida di Tavares, Stellantis, formato dalla fusione tra FCA e PSA, è diventato il secondo gruppo automobilistico in Europa. Tuttavia, Sabella nota che il successo di Stellantis deve molto anche al predecessore Sergio Marchionne. La gestione di Tavares ha visto un consolidamento della produzione, soprattutto in Francia, ma le crisi recenti del settore hanno minato la sua posizione. La giustificazione di un emolumento di 36 milioni di euro diventa difficile in un contesto di stabilimenti poco produttivi e disoccupazione dei lavoratori.

La crisi di Stellantis si colloca all’interno di una crisi più ampia dell’industria automobilistica europea. Sabella sottolinea che Tavares ha partecipato a decisioni cruciali, inclusa l’approvazione del Fit for 55, ma non è riuscito a gestire adeguatamente la transizione verso la mobilità elettrica, di fronte alla crescente concorrenza asiatica. Le case automobilistiche europee, credendo che i veicoli elettrici potessero rivitalizzare il mercato, ora si trovano a fare i conti con le conseguenze delle loro scelte azzardate.

La Volkswagen ha avvertito che se non ci saranno cambiamenti significativi nei prossimi tre anni, potrebbe chiudere. Per superare la crisi, Sabella sostiene la necessità di nuove tecnologie che ripristinino la competitività dell’industria europea, storicamente leader nel settore. Per esempio, l’industria diesel sviluppata in Germania è diventata un modello globale. È sorprendente che i principali costruttori europei, tra cui Tavares, abbiano mal valutato la situazione, inseguendo una Cina che ha costruito la sua industria negli ultimi trent’anni.

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