Giorgia Meloni, premier italiana, ha commentato con fermezza il caso degli accessi ai conti bancari di politici e funzionari, che sono stati spiati da un ex dipendente della filiale di Intesa Sanpaolo a Bari. In un’intervista al direttore del Tg5, Clemente Mimun, Meloni ha sottolineato di essere la persona più dossierata d’Italia, ma ha anche evidenziato che non è stato trovato nulla di compromettente nella sua vita. Meloni ha suggerito che queste azioni siano parte di un tentativo più ampio di screditarla, orchestrato da gruppi di pressione che non tollerano un governo che non può essere ricattato.
Secondo la premier, l’episodio di dossieraggio non sarebbe solo un atto di morbosa curiosità, ma racchiuderebbe una questione ben più grave. Ha paragonato tali atti a dei ladri che entrano in casa e rubano oggetti di valore da rivendere. Meloni ha insinuato l’esistenza di funzionari pubblici e privati che, illegalmente, profondono informazioni riservate nel mercato nero, sollevando seri interrogativi sull’origine e la destinazione di questi dati sottratti.
Il caso ha coinvolto anche la sorella di Giorgia Meloni, Arianna, e altri esponenti di spicco, come l’ex compagno Andrea Giambruno, e i ministri Daniela Santanché e Guido Crosetto, oltre al presidente del Senato Ignazio LaRussa. L’ex dipendente, Vincenzo Coviello, ha effettuato oltre 7mila accessi abusivi ai conti tra febbraio 2022 e aprile 2024. Dopo lo scandalo, è stato licenziato e ora si indaga su eventuali complici o mandanti, in quanto gli accessi sono stati compiuti “in concorso e previo concerto con persona/e da identificare”.
Meloni ha anche voluto rimarcare un punto: la buona notizia nel dramma di essere spiata è che non c’è nulla di cui preoccuparsi. Ha visto in questa vicenda un modo per segnare la sua integrità e indipendenza politica. Dunque, il governo è ora attivo per risalire a chi ha potuto beneficiare delle informazioni illegalmente acquisite.