La figlia di Roberto Mancini, Camilla, ha affrontato il tema del bullismo subito nella sua vita durante un monologo a “Le Iene” il 17 novembre. A 27 anni, ha condiviso le profonde conseguenze delle prevaricazioni vissute in infanzia e adolescenza, dovute a una malformazione congenita che le ha causato asimmetria facciale e paresi del lato destro del volto, frutto di complicazioni al momento della nascita. Camilla ha iniziato il suo discorso immaginando di guardarsi in uno specchio, esprimendo il suo desiderio di affrontare la sua immagine e di incoraggiarsi a sorridere nonostante le sue insicurezze.
Nel suo intervento, ha riflettuto su come abbia sempre combattuto contro la propria immagine, imponendosi standard di perfezione impossibili. Ha presentato il suo primo romanzo, “Sei una farfalla”, che rappresenta un messaggio di trasformazione e forza, scaturito dalla sofferenza. Durante il monologo, ha espresso che le parole possono infliggere profonde ferite e ha condiviso i ricordi delle vessazioni subite, descrivendo situazioni in cui si sentiva diversa e ferita. Tuttavia, nonostante il dolore, ha ringraziato anche coloro che l’hanno fatta soffrire, poiché queste esperienze l’hanno spinta a non arrendersi mai.
Camilla ha proseguito sottolineando che nessun privilegio può proteggere dal dolore, e ha parlato della sua lotta con la depressione e l’ansia, descrivendo gli attacchi di panico come una chiamata a essere vulnerabile. Ha affermato l’importanza della terapia e del sostegno della famiglia nel suo percorso di crescita. Ha deciso di dare voce alla sua esperienza per supportare chi vive situazioni simili in silenzio, affermando che la sua vita non è più una guerra e che intende abbandonare la corazza difensiva.
Nel messaggio conclusivo, Camilla ha esclamato di sentirsi libera, bella e coraggiosa, sottolineando l’importanza di riconoscerlo a se stessa. Con il suo intervento, ha voluto inviare un messaggio di forza e resilienza a tutte le persone che affrontano il bullismo e la discriminazione.