Alice Dainelli, medico in formazione in Neuropsichiatria infantile presso AOU Meyer Irccs, esplora il disturbo dello spettro autistico, in particolare il disturbo senza compromissione intellettiva e del linguaggio, un tempo definito “autismo ad alto funzionamento” o “sindrome di Asperger”. Nel 1926, la psichiatra infantile Grunya Sukhareva descrisse per prima pazienti con “tratti autistici” e “intelligenza normale o superiore”. Tuttavia, il suo lavoro fu trascurato rispetto alle osservazioni di H. Asperger, che ottenne maggiore notorietà vent’anni dopo.
Dainelli riprende le osservazioni di Sukhareva, sottolineando che i bambini mostrano un “attitudine autistica”, che include tendenza alla solitudine e difficoltà di integrazione sociale. Altri tratti includono schematizzazione, razionalizzazione e una vita emotiva complessa, con variazioni nell’affettività. Gli interessi di questi bambini sono spesso limitati ma intensi, come per la matematica e la lingua, e possono presentare comportamenti ripetitivi e rigidità nelle routine.
A differenza di tanti bambini con disturbo dello spettro autistico, questi si distinguono per competenze verbali elevate e capacità intellettive nella norma o superiori. Dainelli osserva che riescono a descrivere le loro difficoltà di interazione e la dipendenza da comportamenti rituali, sebbene il loro linguaggio manchi di prosodia normale.
La sindrome di Asperger è oggi considerata parte del disturbo dello spettro autistico senza compromissione intellettiva e del linguaggio. Tali disturbi si manifestano nella prima infanzia, e diagnosi possono essere fatte già in età prescolare, dove interventi come l’Early Start Denver Model possono attivare processi abilitatativi personalizzati.