Renato Benedetto Caiafa ha fornito una testimonianza ai magistrati riguardo alla morte del cugino Arcangelo Correra. Caiafa è stato arrestato per porto e ricettazione di arma clandestina e denunciato per omicidio colposo. Si è presentato presso la Questura per confessare quanto accaduto nella notte tra venerdì e sabato in piazza Capuano, a Napoli. Il giovane, attualmente in carcere, sarà sottoposto a provvedimenti che necessitano di conferma da parte del giudice.
Secondo il racconto di Caiafa, la tragedia è avvenuta quando lui e Correra, insieme ad amici, stavano maneggiando una pistola, pensando fosse finta. Il colpo partito accidentalmente ha colpito Correra alla testa. Nonostante il trasporto immediato all’ospedale Vecchio Pellegrini, per il 18enne non c’è stato nulla da fare, essendo morto poco dopo il ricovero. Caiafa, visibilmente distrutto, ha dichiarato di non aver mai visto una pistola prima d’ora e di essere rimasto incredulo quando ha realizzato la gravità della situazione, allorché ha visto il sangue sul corpo di Arcangelo, esclamando: “Non volevo, non volevo”.
In quel frangente, i due ragazzi avevano notato una pistola appoggiata su un’auto e l’avevano presa per “giocare”. L’arma, una Beretta calibro 9.21, si è rivelata essere vera e carica. Dopo l’incidente, Caiafa ha messo l’arma nel motorino e ha cercato soccorso per Correra. In relazione alla facilità con cui si possono reperire armi, il questore di Napoli, Maurizio Agricola, ha espresso preoccupazione per la situazione attuale, commentando la “sconcertante banalità del male” tra i giovani. Ha richiamato l’attenzione sulla mentalità camorristica che si è diffusa, evidenziando che si spara anche per motivi futili, suggerendo la necessità di un’azione coordinata per affrontare il problema.
La vicenda continua a destare inquietudine e richiede una riflessione approfondita sulle problematiche giovanili e la sicurezza in contesti sociali vulnerabili.