La relazione della Asl riguardo la morte di Margaret Spada, avvenuta dopo un intervento di rinoplastica, rivela che non fu rianimata prontamente a causa delle sue condizioni critiche. L’edema cerebrale e l’esame neurologico indicavano che la rianimazione cardiopolmonare prima dell’arrivo del 118 era impossibile. L’autopsia ha confermato che Margaret è deceduta per arresto cardiocircolatorio in uno stato di “sofferenza acuta”. Dopo un malore, è entrata in coma irreversibile ed è stata trasferita all’ospedale Sant’Eugenio, dove il suo cuore ha cessato di battere.
I medici del Sant’Eugenio hanno riscontrato un evidente disallineamento tra le informazioni cliniche fornite e le condizioni della paziente. Una TAC ha rivelato un edema cerebrale critico, e per gestire questa situazione, si è optato per l’ipotermia terapeutica. Inoltre, è stata diagnosticata una polmonite ab ingestis, causata dalla presenza di materiale alimentare nei bronchi, asportato tramite broncoscopia. Prima dell’intervento, Margaret aveva mangiato un panino, ma non erano state fornite indicazioni contrarie.
Margaret Spada è deceduta il 7 novembre, tre giorni dopo aver ricevuto anestesia locale per un intervento in un ambulatorio non autorizzato. Le cause della morte rimangono incerte, con varie ipotesi tra cui una dose eccessiva di anestetico combinata con un farmaco vasocostrittore, o una malformazione cardiaca congenita non diagnosticata. Nonostante un elettrocardiogramma recente non avesse mostrato anomalie, si sospetta che una malformazione possa essere stata aggravata dai farmaci usati.
I medici coinvolti, Marco e Marco Antonio Procopio, padre e figlio, sono attualmente indagati per omicidio colposo. Questo caso ha suscitato dubbi e preoccupazioni riguardo la sicurezza degli interventi di chirurgia estetica e le pratiche adottate in ambulatori non autorizzati, sollevando interrogativi sulla formazione e l’autenticità delle procedure mediche utilizzate in tali contesti.