Il professor Matteo Bassetti, direttore del reparto di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, ha recentemente espresso la sua ammirazione per Giorgia Meloni, definendola “il miglior Presidente del Consiglio della storia recente della Repubblica Italiana”. La sua dichiarazione, pubblicata sui social, ha colto di sorpresa molti, dato il contesto politico attuale.
Bassetti ha sottolineato come, al di là delle ideologie politiche, il recente operato di Meloni la abbia messa in evidenza come una delle migliori leaders del Paese. Non ha mai nascosto il suo sostegno a Fratelli d’Italia, il partito di Meloni, e anzi ha confermato le sue simpatie per lei in diverse occasioni, compreso un intervento nel programma radiofonico “Un giorno da pecora” di Rai Radio1, dove rivelò di aver votato per lei e di essere “contento” di averlo fatto. La visione del professor Bassetti sulla sanità coincide con le posizioni della premier, che ha affermato che “non serve spendere di più, serve spendere meglio”.
L’idea di un possibile ingresso di Bassetti in politica è stata discussa più volte a causa delle sue dichiarazioni, anche se nel 2022 era stato accostato alla lista dei candidati per il centrodestra, opzione che non si è poi concretizzata. In un’intervista, il professor Bassetti si era dichiarato ben chiaro sulla sua intenzione di rimanere nel suo ruolo di medico, affermando: “Sono un medico e voglio continuare a fare il mio lavoro”.
Nonostante il passare del tempo e le molte speculazioni sulla sua carriera politica, Bassetti ha mantenuto la sua posizione. Continua infatti a dedicarsi alla medicina e a commentare la realtà politica dall’esterno, senza intraprendere una carriera diretta come politico. La sua figura rimane dunque quella di un professionista nel campo medico, con l’interesse a fornire opinioni sulla politica sanitaria e i temi di rilevanza pubblica, mantenendo una certa distanza dai palazzi del potere.
In conclusione, la stima di Matteo Bassetti per Giorgia Meloni si inserisce in un contesto più ampio di riflessione sul governo e sulla necessità di una gestione più efficace delle risorse nella sanità pubblica, rimanendo lui ben saldo nel suo ruolo di infettivologo e professore universitario.