La formazione e il recupero della memoria sono processi complessi del cervello umano. Una ricerca condotta da esperti di istituzioni come l’Università della California e Harvard Medical School ha esaminato la precessione della fase theta, un meccanismo chiave in questi processi, pubblicando i risultati su Nature Human Behaviour.
La precessione di fase è un fenomeno in cui l’attivazione di specifici neuroni cambia nel tempo rispetto al ritmo cerebrale noto come ritmo theta, fondamentale per vari processi cognitivi. Sebbene studi precedenti suggerissero un legame tra precessione di fase e memoria, fino a questo momento non c’erano conferme sperimentali dirette in ambito umano. Questo studio ha confermato tale associazione, mostrando che la precessione della fase theta si attiva soprattutto durante la creazione di nuovi ricordi e il richiamo di eventi specifici, con cambiamenti dinamici nell’attivazione neuronale durante la visione di clip di film.
Per condurre l’esperimento, i ricercatori hanno reclutato ventidue pazienti affetti da epilessia farmacologicamente resistente, che hanno potuto monitorare direttamente l’attività neuronale. I partecipanti hanno visto brevi video con “confini di eventi”, momenti chiave in cui si verificano cambiamenti significativi. Durante la fase di codifica e il recupero dei ricordi, gli scienziati hanno registrato l’attività neuronale nel lobo temporale mediale, verificando se si attivassero in sincronia con ritmi theta e se tali cambiamenti fossero legati alla precisione dei ricordi.
I risultati hanno mostrato che la precessione della fase theta era evidente sia durante la codifica che durante il recupero. In particolare, la forza di questo fenomeno era correlata alla qualità dei ricordi, specialmente per quanto riguarda l’ordine degli eventi. Quando i partecipanti ricordavano con accuratezza l’ordine degli eventi, la precessione di fase risultava più forte, suggerendo che il cervello utilizza questo meccanismo per collegare temporalmente diversi aspetti di un’esperienza.
Lo studio ha implicazioni significative, poiché monitorare la precessione della fase theta in tempo reale aiuta a comprendere come il cervello organizza le informazioni, con potenziali applicazioni nella ricerca sui disturbi della memoria e nello sviluppo di strategie per migliorare l’apprendimento. I prossimi passi seguiranno nella comprensione dell’integrazione delle informazioni da diverse modalità sensoriali e nel consolidamento a lungo termine dei ricordi.