La posizione di mons. Benoni Ambarus, vescovo ausiliare di Roma, sulla gestione delle carceri contrasta con le recenti dichiarazioni di Giorgia Meloni riguardo all’amnistia per i detenuti. In una conferenza stampa, Meloni ha affermato di non essere favorevole a misure di clemenza per risolvere i problemi del sistema penitenziario, adottando una posizione securitaria. Ambarus sottolinea che questo approccio non è la soluzione adeguata e riflette una mancanza di comprensione riguardo alla complessità della vita nelle carceri.
Il vescovo evidenzia che l’idea che tutti i detenuti siano semplicemente criminali è errata e che un approccio più umano non danneggerebbe la società, ma anzi rappresenterebbe un guadagno. L’umanizzazione degli ambienti carcerari porta con sé l’umanizzazione delle persone detenute, in linea con gli appelli del Papa che promuovono una maggiore attenzione e comprensione verso coloro che si trovano in queste strutture.
Ambarus afferma che, nonostante le posizioni attuali, non smetteranno di parlare del tema e di chiedere maggiore attenzione alle condizioni dei detenuti. La speranza è un tema centrale nel contesto del Giubileo, e i richiami a valutare con maggiore profondità la situazione all’interno delle carceri sono espressi con l’intento di stimolare una riflessione sui risultati che una maggiore empatia possa portare.
Inoltre, la richiesta di amnistia e condono delle pene è un punto centrale nel documento “Spes non confundit”, che il Papa ha presentato per il Giubileo. Ambarus ribadisce la necessità di un cambiamento di prospettiva, incoraggiando a comprendere meglio le vite e le storie individuali delle persone detenute, per provare a modificare le opinioni generali sulla detenzione e sul sistema carcerario in Italia.
La questione, quindi, tocca non solo aspetti giuridici e politici, ma anche profondi temi etici e umanitari, con l’auspicio che si possa raggiungere una maggiore umanità all’interno delle prigioni, permettendo così una vera riabilitazione dei detenuti.