È iniziato il percorso legislativo per abolire il test a numero chiuso per Medicina, come annunciato dalla ministra Anna Maria Bernini. La riforma prevede che l’accesso ai corsi di Medicina e Chirurgia avvenga tramite un semestre di preparazione, al termine del quale verrà stilata una graduatoria basata sui crediti formativi acquisiti. Questo cambiamento ha suscitato preoccupazioni nell’opposizione, che teme un possibile abbassamento della qualità della formazione.
Bernini ha definito la riforma una “rivoluzione copernicana”, sostituendo il tradizionale test di ingresso con un semestre formativo in cui gli studenti sviluppano competenze specifiche per orientare le proprie scelte. Il nuovo sistema sarà applicato a partire dall’anno accademico 2025-2026. La ministra ha sottolineato che finora chi non superava il test veniva costretto a un “turismo universitario forzato”, e uno degli obiettivi è eliminare il “mercato clandestino dei test”.
Il cambio di approccio prevede di abbandonare il test a crocette e il numero chiuso, con un incremento di 30.000 posti nei corsi di laurea in Medicina e Chirurgia. Tuttavia, parte dell’opposizione, in particolare il M5S, ha criticato la riforma, affermando che non è prevista l’abolizione totale del numero chiuso e che le famiglie degli aspiranti studenti sono state ingannate. Si è messo in evidenza che sarebbe impossibile aumentare significativamente il numero degli studenti senza un adeguato investimento in docenti e strutture, temendo quindi un calo della qualità formativa della classe medica. Nell’ultimo test di Medicina, si sono presentati oltre 71.000 candidati, ma solo 20.867 posti erano disponibili.