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domenica, 22 Giugno, 2025
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La malattia renale cronica e la creazione di reni artificiali

La malattia renale cronica (MRC) è un’emergenza sanitaria globale che colpisce oltre 850 milioni di persone e continua a crescere. Questa condizione porta a un progressivo deterioramento della funzione renale, con conseguente necessità di dialisi o trapianto. I trattamenti correnti non sono sufficienti per soddisfare la crescente domanda. Alex Hughes, professore di bioingegneria e biologia cellulare, sta lavorando allo sviluppo di tessuti renali sintetici.

La MRC può derivare da molteplici fattori, tra cui l’ipertensione e il diabete, che danneggiano i reni compromettendo la filtrazione. Altri fattori di rischio includono uno stile di vita poco salutare, obesità, predisposizione genetica e età avanzata. Uno degli aspetti più insidiosi della MRC è la difficoltà di diagnosi nelle fasi iniziali, poiché molti pazienti non presentano sintomi evidenti fino a stadi avanzati. Tra i sintomi comuni vi sono fatica, gonfiore agli arti, nausea, perdita di appetito e cambiamenti nel gusto.

La diagnosi si effettua tramite test di laboratorio, analizzando i livelli di creatinina e urea nel sangue e il tasso di filtrazione glomerulare (GFR). Anche le analisi delle urine possono rivelare segni di danno renale.

Attualmente, nei casi iniziali, i trattamenti mirano a controllare le cause della MRC e prevenire la progressione. Nelle fasi avanzate, le uniche opzioni disponibili sono la dialisi e il trapianto di rene. La dialisi, seppur utile, è costosa e richiede frequenti sessioni, limitando la qualità di vita, mentre il trapianto di rene può presentare lunghe liste d’attesa a causa della scarsità di organi.

La ricerca di Hughes si concentra sulla ricreazione di tessuti renali artificiali, esplorando i meccanismi naturali dello sviluppo renale. I reni sono caratterizzati da una variabilità significativa nel numero di nefroni, e Hughes ha identificato che le “onde di stress meccanico” durante la formazione dei tubuli renali possono fungere da segnali per generare nefroni. La costruzione di reni artificiali richiede una precisa organizzazione dei tubuli e nefroni, per questo il suo laboratorio ha sviluppato organoidi renali utilizzando cellule staminali.

L’obiettivo finale è che questi organoidi possano essere utilizzati come terapie rigenerative, replicando il “ritmo” naturale di sviluppo renale per creare reni funzionanti, rappresentando così una potenziale soluzione per milioni di pazienti in attesa di trapianto o dialisi.

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