Il festival “Il libro possibile” rappresenta un’importante manifestazione culturale in Puglia, con un focus su temi contemporanei. Tra gli ospiti di spicco, il filosofo Maurizio Ferraris, che il 12 luglio a Polignano presenterà il suo libro “La pelle. Che cosa significa pensare nel tempo dell’intelligenza artificiale”.
Nel suo lavoro, Ferraris esplora la differenza fondamentale tra l’intelligenza umana e quella artificiale, sostenendo che la volontà umana e la capacità di dare significato all’esistenza sono centrali. Argomenta che per attribuire senso agli oggetti, come un martello o un’intelligenza artificiale, è necessario avere bisogni, i quali a loro volta sono legati al nostro essere corporeo e alla nostra mortalità. La consapevolezza della propria finitezza ci spinge a riflettere sulla vita in modo unico, diversamente da una macchina che può essere accesa e spenta a piacimento.
Ferraris mette in dubbio le affermazioni circa l’abilità dell’intelligenza artificiale di “apprendere” come fa l’intelligenza umana. Sottolinea che, mentre l’intelligenza artificiale è programmata per apprendere in contesti specifici, quella naturale è influenzata da una volontà che porta spesso a ripetere gli stessi errori.
Inoltre, il filosofo considera l’intelligenza artificiale non come un superamento dell’umano, ma come una celebrazione delle cultura e conoscenza umana. Propone una visione di “intelligenza ibrida”, dove il connubio tra umano e tecnico possa dar vita a un nuovo capitolo delle scienze umane. Qui la tecnologia viene vista come un modo per offrire una rappresentazione autentica dell’essere umano, promuovendo l’idea di un uso etico dei dati e delle piattaforme digitali per il bene comune.
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