Manca un mese alle elezioni regionali in Liguria, fissate per il 27 e 28 ottobre, dove gli elettori sceglieranno tra Marco Bucci, sostenuto dal centrodestra, e Andrea Orlando, del campo largo – centrosinistra. Bucci, attuale sindaco di Genova, è appoggiato da sette liste, tra cui Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega, Noi Moderati e Udc, con due liste civiche. Orlando, ex ministro e deputato del Pd, gode anch’egli del supporto di sette liste, incluse il Pd, Avs e M5s, oltre a una lista personale e due legate a moderati.
La campagna elettorale si concentra principalmente sul tema della continuità contro discontinuità rispetto all’amministrazione di Giovanni Toti, che ha dovuto dimettersi e ha patteggiato per accuse di corruzione e finanziamento illecito. Orlando sfrutta questa situazione per promuovere il cambiamento, mentre Bucci contraattacca definendo il campo largo di Orlando come ‘la coalizione del no’, evidenziando le contraddizioni tra forze politiche distanti su questioni cruciali, come le nomine nel cda Rai.
In Liguria emergono tensioni anche tra le forze di opposizione: i 5 Stelle si rifiutano di allearsi con i renziani, mentre questi ultimi, attraverso la coordinatrice Raffaella Paita, esprimono discontento per gli ultimatum, affermando la disponibilità a negoziare con il centrosinistra, ma non a qualsiasi costo. Italia Viva ha deciso di non partecipare alle elezioni, lasciando libertà di voto ai propri elettori. Matteo Renzi ha confermato questa posizione, sottolineando che gli elettori di Italia Viva avranno piena libertà di scelta.
Andrea Orlando ha anche lanciato un invito all’unità, esprimendo il desiderio di unire le forze dentro il campo largo, suggerendo ai dirigenti di affrontare le tensioni e le frizioni presenti nell’attuale fase. In questo contesto elettorale, quindi, si intrecciano alleanze, frizioni e la ricerca di consenso in vista delle votazioni, mentre i candidati cercano di presentarsi come le migliori alternative per guidare la Liguria.