La chirurgia bariatrica si sta affermando come un’opzione innovativa per i pazienti con cirrosi epatica compensata da steatoepatite metabolica (MASH). La Cleveland Clinic ha condotto uno studio chiamato SPECCIAL, coinvolgendo 168 pazienti e monitorandoli per 15 anni. Di questi, 62 sono stati sottoposti a chirurgia bariatrica mentre 106 sono stati trattati con approcci non chirurgici.
I risultati, pubblicati su Nature Medicine, hanno mostrato una significativa riduzione delle complicazioni gravi nei pazienti operati: il rischio di sviluppare insuccesso epatico terminale e carcinoma epatocellulare si è ridotto del 72%. Solo il 15,6% dei pazienti sottoposti a chirurgia ha avuto una progressione verso cirrosi scompensata, contro il 30,7% nel gruppo di controllo. Inoltre, i pazienti operati hanno registrato una perdita di peso media del 26,6%, rispetto al 9,8% del gruppo di controllo.
La chirurgia bariatrica agisce riducendo il grasso corporeo e migliorando la funzionalità epatica. La diminuzione del grasso viscerale è cruciale per rallentare la fibrosi e diminuire l’infiammazione. Inoltre, migliora la sensibilità insulinica e riduce i livelli di glicemia, contribuendo a prevenire ulteriori danni epatici. I medici coinvolti nello studio hanno evidenziato come le sole modifiche dello stile di vita non raggiungano gli stessi benefici osservati con l’intervento chirurgico.
Questi risultati indicano che la chirurgia bariatrica è una valida opzione terapeutica per la cirrosi compensata da MASH, con benefici potenziali superiori ai rischi. Tuttavia, non tutti i pazienti sono idonei per questo trattamento, sottolineando la necessità di esplorare farmaci alternativi per gestire la condizione senza interventi chirurgici.