Milano è descritta come una città “fuori controllo”, secondo il giornalista Klaus Davi, che ha subito un’aggressione davanti alla moschea di viale Jenner. Durante l’incidente, un gruppo di persone ha tentato di sequestrargli l’attrezzatura, compresa una telecamera utilizzata per interviste sul voto negli Stati Uniti e le opinioni dei musulmani. Nonostante le ripetute richieste di consegna del materiale, Davi si è rifiutato e si è rifugiato in un vicino bar, dove lo hanno inseguito e aggredito. La situazione è rapidamente degenerata, finché tre agenti di polizia non sono intervenuti, portando via il giornalista e trovandosi a loro volta in pericolo, poiché l’auto di servizio è stata colpita.
Davi ha sottolineato che i giovani coinvolti nell’aggressione sono stati mandati da un capo cosca araba e ha espresso la speranza che si inizino a esaminare seriamente le associazioni mafiose legate a certi centri culturali. Secondo il giornalista, lo Stato ha mostrato un atteggiamento remissivo nei confronti di queste organizzazioni, forse per eccessivo buonismo o sottovalutazione della situazione. Ha messo in evidenza il rischio che lui e gli agenti di polizia hanno corso durante l’incidente, evidenziando la gravità della situazione attuale a Milano.
Davi ha dichiarato la sua determinazione a continuare le sue inchieste fino a quando non verranno presi provvedimenti concreti. La sua testimonianza serve come un campanello d’allarme riguardo alla situazione di insicurezza e alla presenza della criminalità organizzata in alcune parti della città. Questi eventi non solo mettono in luce la violenza e la bravata delle bande criminali, ma anche la necessità di un intervento delle autorità per ripristinare l’ordine e la sicurezza.
In sintesi, l’aggressione subita da Davi rappresenta un esempio preoccupante dei problemi di sicurezza a Milano e richiede una riflessione seriosa sulla gestione delle associazioni mafiose e sulla prevenzione della violenza. Davi, attraverso le sue indagini, cerca di far luce su una realtà che sembra sfuggire al controllo delle istituzioni.