Diddy, conosciuto anche come Puff Daddy, è stato arrestato con accuse gravi, tra cui sfruttamento della prostituzione e traffico di esseri umani. Queste accuse non si riferiscono a singoli episodi, ma a un sistema di sfruttamento che si protrae da decenni. Questo scandalo ha scosso Hollywood, suscitando domande su come amici e partner celebri, incluso Justin Bieber, non si siano resi conto della vera vita del rapper.
Justin Bieber ha recentemente preso le distanze da Diddy, pur avendo precedentemente dichiarato che lo considerava un mentore musicale. Nel 2023, Bieber ha anche collaborato al disco di Diddy, “The Love Album: Off The Grid”. Attraverso un portavoce, Bieber ha espresso il suo shock per le notizie e ha affermato di voler focalizzarsi soltanto sulla musica e sulla sua nuova paternità.
Tuttavia molti si chiedono se Bieber fosse veramente all’oscuro delle attività illecite di Diddy. La maggior parte delle persone ritiene improbabile che coloro che erano vicini a Diddy non sapessero nulla. È tornato in auge un video del 2009 in cui Diddy promette a un giovane Bieber, che all’epoca aveva 16 anni, una Lamborghini e una serata con ragazze, descrivendo l’esperienza come “il sogno di ogni quindicenne”. Questo video, festoso e apparentemente innocente, ora assume un significato inquietante alla luce delle recenti accuse.
C’è chi sostiene che Bieber possa essere stato una vittima del sistema di Diddy. Alcuni hanno notato riferimenti inquietanti nei video musicali di Bieber; ad esempio, nel video di “Yummy”, in cui si scorge una cena imbandita, c’è chi suggerisce che l’offerta finale, il “Bieber 16enne”, possa essere interpretata come un’allusione inquietante al suo status di giovane artista in un ambiente potenzialmente pericoloso.
Il video di “Yummy” è pieno di messaggi nascosti sul lato oscuro dell’industria musicale, simile a quello di altri pezzi famosi. Le insinuazioni e i simbolismi contenuti nei video di Bieber stanno sollevando interrogativi su cosa possa essere realmente accaduto, spingendo molti ad interrogarsi sulla verità dietro le dinamiche di potere nell’industria musicale e sulla vulnerabilità dei giovani artisti.