L’Italia ha recentemente celebrato un’importante cerimonia in onore delle Nazioni Unite. Il presidente Sergio Mattarella ha sottolineato l’importanza dell’Onu, descrivendola come fondamentale per la politica estera italiana e respingendo l’idea che sia un mero strumento diplomatico. Tuttavia, questa celebrazione è accompagnata da un quadro più complesso, dove emergono attacchi e critiche sistematiche all’istituzione.
Negli ultimi anni, si sono evidenziate due posizioni divergenti all’interno dell’Italia. Da un lato, il Quirinale ha fatto riferimento alla cooperazione internazionale come un pilastro della Repubblica. Dall’altro, il governo Meloni ha criticato il multilateralismo, sostenendo che l’Onu non ha mantenuto la pace e proponendo riforme sostanziali. Accuse dirette sono arrivate anche da Matteo Salvini, che ha denunciato l’Onu per presunti sprechi e ha minacciato di ridurre i contributi italiani, considerandola un’entità ostile.
La presenza italiana alle votazioni dell’Onu ha mostrato un comportamento variabile. Roma si è astenuta su una risoluzione per una tregua a Gaza e ha votato a favore di una risoluzione che condannava Israele. In un contesto di emergenza a Gaza, i finanziamenti all’agenzia dell’Onu per i rifugiati palestinesi sono stati sospesi, evidenziando la fragilità del supporto italiano all’Onu.
Inoltre, il silenzio del governo italiano rispetto alle sanzioni contro una funzionaria dell’Onu ha segnato una chiara distanza dalle posizioni internazionali. La narrativa dei media italiani ha contribuito a dipingere l’Onu come un ente inefficace, in linea con le politiche sovraniste globali. Nonostante le celebrazioni, la realtà mostra un’Italia che celebra l’Onu mentre ne critica e condiziona l’operato.