A Milano, Ugo Giannangeli, avvocato penalista attivo nella sinistra dal 1974, ha rivelato la sua visione sull’origine e la continuità del conflitto tra Israele e Palestina, affermando che il progetto sionista per la deportazione dei palestinesi ha radici che risalgono a quasi 130 anni fa. Giannangeli sottolinea che questa narrazione è stata portata avanti da tutti i governi israeliani senza interruzione, inclusi quelli di sinistra.
Volendo sfatare l’idea che il conflitto sia recente, Giannangeli ritiene che non si possa risalire neanche al 1948, ma bisogna tornare al 1897, anno del primo congresso sionista. In questa occasione, secondo Giannangeli, furono utilizzate frasi rivelatrici che evidenziano l’intento di sottrarre la terra ai palestinesi, declassando la loro esistenza.
Giannangeli critica duramente le politiche israeliane, evidenziando che, nonostante le promesse di uguaglianza, i diritti dei palestinesi sono sistematicamente violati. La sua analisi passa attraverso le dichiarazioni di figure storiche israeliane e le recenti leggi, come quella del 2018, che affermano la superiorità del diritto all’autodeterminazione del popolo ebraico.
L’avvocato ha annunciato eventi pubblici per discutere questi temi, tra cui incontri a Como e Varese, dove affronterà il rapporto tra Palestina e diritto internazionale. Da diversi anni, Giannangeli si è impegnato a denunciare le condizioni di vita del popolo palestinese e le violazioni dei diritti umani, sollecitando una mobilitazione e una riflessione generale sul diritto internazionale e sulla pace globale. Le sue posizioni, particolarmente critiche verso il coinvolgimento dell’Italia nel conflitto, pongono nuove interrogativi sull’atteggiamento delle nazioni rispetto al genocidio in corso.