Siamo colpiti dall’animo gentile e addolorato di Gustavo Aleandro Musumeci, noto come Calderon. La sua dichiarazione giunge in prossimità della sentenza a Frosinone per l’omicidio di Shelaj Selavdi, di cui è coinvolto, e per il caso riguardante mio figlio. Tuttavia, noi familiari non abbiamo alcun dubbio dopo aver esaminato gli elementi emersi e aver visionato il video che documenta l’assassino e la sua abilità nell’azione omicidiaria. Così ha dichiarato la madre di Fabrizio Piscitelli, noto come Diabolik, commentando le parole scritte dall’imputato in un memoriale presentato oggi durante l’udienza alla Terza Corte d’Assise di Roma.
Calderon, in sette pagine scritte a mano dalla cella, sostiene la propria innocenza. Nella sua lettera, esprime dolore per la morte di Piscitelli, sottolineando il dolore della sua famiglia. Calderon spera che la verità emerga e che chi ha commesso il delitto venga punito dalla giustizia, affermando di voler essere sollevato dall’accusa che grava su di lui e sulla sua famiglia, che sta vivendo un momento difficile. La madre di Diabolik afferma che solo il lavoro meticoloso degli inquirenti e la decisione della Corte d’Assise potranno fornire le risposte che attendiamo da oltre cinque anni.
Ribadisce che, nell’attesa del processo, augura al presunto killer di affrontare il peso del suo dolore, soprattutto in caso di condanna all’ergastolo. La situazione rimane complessa e carica di emozioni e sofferenza per le famiglie coinvolte, con la speranza che la giustizia possa fare il suo corso. La scelta di esprimere sentimenti di colpa o dolore da parte dell’imputato suscita interrogativi e riflessioni sulla natura dei crimini e sulle conseguenze che ricadono non solo sugli autori, ma anche sugli affetti delle vittime. Nel contesto di un processo che si appronta a dare le sue conclusioni, le parole della madre di Piscitelli pongono l’accento sull’importanza della ricerca della verità e della giustizia in una situazione così tragica.