Nel mondo della finanza, la figura del consulente riveste una grande importanza, non per la gestione dle patrimonio, ma anche quale guida esperta nella corretta pianificazione. Gianluca Manzo, spiega perchè dovremmo rivolgerci a un professionista del settore. Oggi ci concentreremo sugli aspetti risarcitori, come la tutela del passaggio generazionale e l’ottimizzazione
Finanza e dintorni: conosciamo Gianluca Manzo
Dott. Manzo, come è nata la sua passione per il mondo della finanza?
La mia è una passione “innata“. Dopo aver conseguito due lauree con il massimo dei
voti in Italia, un Master di secondo livello (sempre in Italia), e a
seguito di studi effettuati a Londra, mi sono iscritto all’Albo unico
dei Consulenti Finanziari e dei Consulenti Assicurativi.
Sono diventato pertanto un consulente finanziario e patrimoniale
professionista, che si occupa a 360° di finanza, assicurazione,
fiscalità e consulenza bancaria, focalizzato soprattutto nell’ottica
successoria, per la tutela del passaggio generazionale delle persone
fisiche, degli imprenditori e delle aziende.
Il consulente finanziario: una figura cruciale
Come opera Gianluca Manzo in qualità di consulente finanziario e
assicurativo, patrimoniale. Perché è meglio affidarsi a un
professionista come lei, anziché rivolgersi alle tradizionali banche?
Un consulente finanziario è più di un professionista esperto: è il
custode e la guida della sicurezza finanziaria, soggetto a rigidi
controlli e adempimenti legali.
L’iscrizione all’Albo è già una garanzia di eccellenza, che assicura
non solo competenza, ma anche un impegno costante nel mantenere gli
standard più elevati.
E’ un imprenditore che svolge un vero e proprio “servizio olistico”
sulla persona fisica nel cointeresse reciproco. Non vuole e non può
sbagliare, perché solo lavorando bene con una famiglia, la stessa lo
consiglierà a terze persone. Vive sulla soddisfazione del cliente. Ha
i suoi stessi interessi di crescita. Non mira a vendere un prodotto
finanziario, ma all’ascolto reale delle esigenze e degli obiettivi
futuri, in modo da costruire “sartorialmente” un cammino ad hoc.
La sua è insomma una gestione trasversale del patrimonio. Andando
oltre l’approccio settoriale, il consulente abbraccia la gestione
completa del patrimonio. Dagli investimenti alle assicurazioni, dalle
proprietà immobiliari ai piani pensionistici, la visione è globale e
integrata.
Finanza e distinzioni di ruolo: consulente o banca?
Ci spiega in cosa differisce la consulenza di un professionista come lei, rispetto al medesimo servizio offerto dalle banche?
Le distinzioni tra un consulente finanziario e una banca tradizionale
sono evidenti e significative. La personalizzazione, l’indipendenza,
la libera professione e l’esperienza sono solo alcune delle ragioni
per cui sempre più individui si affidano a consulenti finanziari,
anziché a operatori di banche tradizionali.
Nelle banche, dal dipendente al direttore non si ha la stessa
attenzione verso il cliente, in quanto questi ultimi sono visti come
un numero e non come persone.
Aspetti risarcitori importanti
Nell’ottica della pianificazione successoria e relativa ottimizzazione
fiscale, quale consiglio potrebbe dare alle vittime di amianto (e ai
loro familiari), per una sana gestione dei risparmi?
In vista di un risarcimento cospicuo, è importante mettere la
liquidità in un “contenitore di protezione” che garantisca una
gestione virtuosa dei propri risparmi. In questo senso, la
pianificazione successoria è fondamentale. Essa consiste nel
programmare anticipatamente il passaggio ereditario con strumenti
diversi dal testamento. In tal modo, garantisce che le decisioni
finanziarie siano ottimizzate, a livello fiscale, nel pieno rispetto
delle leggi vigenti.
Prepararsi per il futuro significa anche pianificare la successione.
Il consulente assiste il cliente nell’elaborazione di strategie atte a
ridurre l’impatto fiscale. Gestisce altresì le intenzioni del
medesimo, per il bene degli eredi.
Non è mai saggio depositare sul conto corrente cifre eccessive in
quanto, oltre ad essere aggredibili da eventuali patrimoniali (basti
pensare a ciò che accadde durante il Governo Amato nel 1992),
rimangono totalmente infruttifere. In aggiunta, sono soggette al
depauperamento causato dall’inflazione e dalle imposte statali.
Tutte le possibilità dei contenitori di protezione
Lei ha parlato di contenitori. Quali possono essere i più adatti in
vista di una successione?
Sicuramente le polizze vita, avendo una veste assicurativa, possono
essere una delle soluzioni più valide, almeno nella maggioranza dei
casi.
Parliamo di contratti in cui si obbliga (entro una certa scadenza) la
compagnia a pagare un capitale o una rendita al beneficiario
designato.
Non pagando l’imposta di successione, questo strumento, non solo è in
grado di tutelare il patrimonio, ma presenta altresì notevoli vantaggi
fiscali.
A tal riguardo, l’art. 1920 c.c. Comma 3 stabilisce che «Per effetto
della designazione il terzo quindi acquista un diritto proprio ai
vantaggi dell’assicurazione».
Quando “l’educazione finanziaria” è tutto
Secondo lei, un buon consulente può essere definito
un “educatore finanziario”?
Assolutamente sì! Migliorare la consapevolezza finanziaria è una parte
integrante del servizio e consente di prendere decisioni più informate
e consapevoli. In banca questo non avviene. Come detto, non c’è un
interesse reale verso il cliente e non si crea un rapporto fiduciario
o di lunga durata.
Di contro, la mia categoria professionale mira a creare una forte
connessione empatica con il cliente. La fiducia è fondamentale. La
sinergia tra un consulente finanziario e il cliente va oltre le
transazioni finanziarie: si basa su valori condivisi e sull’impegno a
costruire un futuro finanziario sicuro.
Finanza e dintorni: aggettivi che descrivono al meglio la professione
Come definirebbe la sua professione, volendo dare un titolo
alternativo? Un “opinion leader”, un “medico del mondo del risparmio”?
“Nobile”, in quanto mi consente di essere utile alle persone. Nel mio
servizio, cerco di tutelare al massimo i miei clienti e ovviamente i
loro risparmi. E’ un “sacrificio al quadrato”.
Tornando al discorso delle banche, un tempo ci si affidava al
direttore, che magari era un amico. Oggi le cose sono cambiate. I
direttori sono soggetti a trasferimenti, cambiano filiali e non c’è
più quella continuità con un referente di fiducia. I clienti finiscono
dunque per sentirsi disorientati. Non ricevono risposte esaurienti.
Non hanno percezione di come venga gestito il loro denaro. Io cerco di
condividere le esigenze e i medesimi obiettivi di crescita con il
cliente, seguendolo passo dopo passo e diventando per lo stesso un
alleato, oltre che una figura professionale certificata su cui
appoggiarsi.
Del resto, un consulente, essendo in possesso di conoscenze
trasversali relative ai depositari del conto e loro familiari, diventa
appunto una guida, una figura cui fare riferimento con piena fiducia.