È morto a Roma, all’età di 98 anni, Franco Ferrarotti, considerato il padre della sociologia italiana. La sua morte è avvenuta nel pomeriggio del 13 novembre 2024, dopo un ricovero per un’operazione che sembrava essere andata bene. Ferrarotti ha insegnato sociologia all’università La Sapienza fino al 2002 e la sua scomparsa è stata confermata dal professor Mario Morcellini.
Nato a Palazzolo Vercellese il 7 aprile 1926, in una famiglia rurale, ha avuto un’infanzia stimolante grazie alla biblioteca parrocchiale e all’interessamento di alcuni parenti. Laureatosi in Filosofia all’Università di Torino nel 1949, ha fondato nel 1951 i “Quaderni di sociologia” con Nicola Abbagnano, dirigendo la pubblicazione fino al 1967. Ha poi creato la rivista “La critica sociologica”, mantenendo la direzione fino alla fine della sua carriera.
Nel 1961, Ferrarotti è diventato il primo docente di sociologia in Italia, insegnando all’Università La Sapienza e contribuendo nel 1962 alla creazione della Facoltà di Sociologia dell’Università di Trento. Ha prestato servizio anche come direttore presso l’O.E.C.E. a Parigi e ha insegnato in diverse università internazionali, tra cui Chicago, New York e Tokyo, lasciando un’impronta significativa su migliaia di studenti.
Ferrarotti ha anche avuto un’esperienza politica durante il secondo dopoguerra, venendo eletto deputato nel 1959 per il Movimento Comunità, fondato da Adriano Olivetti, di cui fu collaboratore per dodici anni. La sua carriera accademica e politica si è caratterizzata per un approccio meticoloso e appassionato nello studio della società, analizzando costumi, organizzazioni e cambiamenti nel corso degli anni. La sua eredità come pioniere della sociologia in Italia e come educatore rimarrà indelebile nel panorama accademico e culturale del paese.